02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

PRESTO UNA “VETRINA DEI SAPORI” NELLA CASA CONFISCATA AL BOSS PROVENZANO A CORLEONE ED UN FABBRICATO RURALE DEL BOSS GENOVESE RECUPERATO A SAN CIPIRIELLO: IL RISCATTO DALLA MAFIA DELLA SICILIA PASSA ANCORA UNA VOLTA DAL LAVORO DELLA TERRA

Presto una “vetrina dei sapori” nella casa confiscata al boss mafioso Bernardo Provengano, a Corleone, e la riqualificazione di un fabbricato rurale del boss Genovese a San Cipiriello: ancora una volta passa dal lavoro della terra il riscatto di un territorio, quello siciliano, vessato dalla criminalità, dando l’opportunità ai giovani di creare sviluppo, dedicandosi alla produzione di vino, olio, pasta, legumi e prodotti agricoli. Sono le ultime due iniziative per cui il Ministero dell’Interno ha emesso i finanziamenti (1,5 milioni di euro) in favore del Consorzio Sviluppo e Legalità che gestisce beni confiscati alla mafia nei Comuni di Altofonte, Camporeale, Corleone, Monreale, Piana degli Albanesi, Roccamena, San Cipiriello e San Giuseppe Jato, inclusi i due nuovi progetti. L’obiettivo è di trasformare, entro la primavera 2010, altri due luoghi in simboli della vittoria dello Stato sulla mafia.

“Prosegue la nostra attività - spiega Antonino Giammalva, sindaco di San Cipiriello e presidente del Consorzio - che, in otto anni, si è tradotta nel proficuo utilizzo degli immobili sottratti a soggetti che portano nomi pesanti nella gerarchia mafiosa. Abbiamo sensibilizzato gli studenti e le associazioni nell’impegno per promuovere la legalità, ma abbiamo anche creato nuove condizioni di sviluppo. Sui beni che erano di proprietà di potenti e temuti esponenti di Cosa nostra - conclude - oggi lavorano molti giovani che producono olio, vino, pasta, legumi commercializzati su scala nazionale. Tutto questo ci inorgoglisce e, al contempo, ci stimola a proseguire il nostro impegno”.

La casa appartenuta al boss Provenzano, in Via Colletti, nel centro storico di Corleone, ospiterà, in particolare, una vetrina dei sapori dove sarà possibile acquistare i prodotti provenienti dalle terre del Consorzio: pasta, olio, vino e tanto altro ancora. I locali ospiteranno anche uno spazio destinato a incontri e dibattiti, e una piccola libreria che raccoglierà volumi sulla mafia. Grazie al finanziamento del Ministero dell’Interno il bene, che fino a qualche tempo fa era luogo di residenza della famiglia Provenzano, diventerà un simbolo concreto di riscatto sociale, un luogo aperto a tutti, dove esercitare la memoria e costruire l’impegno.

“Il museo dedicato alla storia della mafia e al fenomeno mafioso - spiega Nino Iannazzo, sindaco di Corleone - sarà gestito da alcune associazioni che insieme hanno formato un laboratorio della legalità. Si tratta di giovani e meno giovani. Tutti di Corleone, a conferma di un percorso di risveglio culturale già ben avviato. Gente che vive nel nostro paese vuol farsi portavoce delle istanze di una terra che ha scelto di liberarsi dal giogo mafioso”. Il secondo intervento finanziato prevede il recupero e la riqualificazione di un fabbricato rurale strappato al boss Genovese. La struttura si trova in contrada Don Tommasi, a San Cipirello, Attualmente versa in stato di totale abbandono, ma presto sarà adibita a centro aziendale dove conservare le materie prime e degustare i vini provenienti dai vigneti del Consorzio e imbottigliati nella cantina di prossima apertura. Si tratta, dunque, del naturale completamento della filiera delle cinque cooperative del Consorzio.

La collaborazione fra il Ministero dell’Interno e il Consorzio, negli anni ha già portato alla realizzazione di due centri agrituristici, a Corleone e Monreale, di un centro ippico al servizio dell’agriturismo di Monreale, di uno stabilimento enologico per la trasformazione di uve di grande qualità, un centro per il confezionamento dei prodotti agricoli. Ed ancora, il luogo dove è stato tenuto prigioniero e ucciso il piccolo Giuseppe Di Matteo, a San Giuseppe Jato, è diventato un Giardino della Memoria e dell’impegno contro la mafia. “Grazie al lavoro svolto nel periodo 2000-2006 - conclude Lucio Guarino, direttore del Consorzio - il nostro è stato scelto com progetto pilota dal ministero dell’Interno Dipartimento della Pubblica Sicurezza, gestore dei fondi comunitari del Programma operativo nazionale “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia”. Insomma, un esempio da seguire e da esportare a livello nazionale”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli