Cuore storico dell’“universo” Prosecco, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg continua a crescere sui mercati consolidati, ne apre di nuovi, punta sempre più sulla sostenibilità, e festeggia con dati più che positivi i 50 anni della denominazione, sperando di celebrare, a luglio, il riconoscimento a patrimonio Unesco per le sue colline. Ritratto di una denominazione in grande salute, quella tutelata dal Consorzio guidato da Innocente Nardi, che con 93 milioni di bottiglie vendute nel 2018, di cui 43 milioni all’estero, muove un giro d’affari, nei 15 Comuni della Docg, intorno al mezzo miliardi di euro. Grazie ad una crescita del 3,8% in valore sul 2017, in espansione tanto nel mondo, quanto in Italia (+6,3% le vendite nazionali in volume, +12,2% in valore), secondo i dati elaborati dal Centro Studi di Distretto di Conegliano Valdobbiadene coordinato scientificamente dal Cirve dell’Università di Padova.
Dati che arrivano, peraltro, dopo una vendemmia 2017 scarsa, ma “la produzione complessiva nella Denominazione ha trovato un equilibrio destinando una quota inferiore di vino alle tipologie fermo e frizzante a favore della tipologia Rive (+27,9% a volume e +43,8% a valore) e Superiore di Cartizze (+2,7% a volume e +9,3% a valore) mentre rimane sostanzialmente stabile la produzione di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”, spiega il Consorzio.
“I risultati che presentiamo confermano che la strada della qualità che abbiamo tracciato e stiamo percorrendo ci conduce al traguardo - ha detto Innocente Nardi - nonostante l’aumento del prezzo gli italiani continuano a scegliere Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, riconoscendo il valore del prodotto. La crescita delle vendite nazionali (+6,3%) e del valore corrispettivo (+12,2%) - trend che vale per tutti i canali, dalla gdo all’horeca, passando per la vendita diretta - è la risposta che ci aspettavamo al lungo e impegnativo lavoro per promuovere l’eccellenza di un prodotto che ha origine in un territorio piccolo e impervio, dove la difficoltà tra i filari è compensata dal saper fare e dalla passione di ognuno dei viticoltori”.
E sul fronte export, sebbene i mercati più grandi e storici abbiamo mostrato qualche segnale di flessioni dopo anni di crescita tumultuosa (ad eccezione di Benelux, +40%, e Canada, +2%), nuove frontiere si stanno aprendo per le bollicine venete, come raccontano le performance di Cina e Hong Kong (+36,6% a volume e 57% a valore), Australia e Nuova Zelanda (+18,5% a volume e valore) e Federazione Russa (+14,8% a volume e 17,2% a valore)”.
E se continuano a crescere anche i lavoratori impiegati dalla filiera del Prosecco, in particolare in vigna (+7%), “a testimonianza della maggiore attenzione alla qualità della materia prima”, afferma Vasco Boatto, responsabile del Centro Studi di Distretto, il territorio pianifica il futuro, che passa gioco forza dalla valorizzazione ancora maggiore dei vini, e della sostenibilità.
“Per tutelare la qualità del prodotto non è più possibile pensare di aumentare la produzione - sottolinea Nardi - l’impegno del Consorzio di Tutela a favore della collaborazione tra amministrazioni locali ha portato al “No al glifosato”, già esecutivo da gennaio 2019, che ha visto anche i 15 Comuni del Conegliano Valdobbiadene protagonisti di un’innovazione unica. Siamo un laboratorio di sostenibilità ambientale unico in Europa e infatti siamo il territorio agricolo più esteso del continente che ha già bandito il glifosato”. Ma per far crescere i valori, sono state introdotte anche modifiche al disciplinare, per definire meglio confini e tempistiche della tipologia “Rive” (che potrà entrare in commercio solo dal 1 marzo successivo alla vendemmia), e le tipologie “Sui lieviti”, un pezzo di storia del territorio e definizione che sarà in etichetta di tutti gli spumanti rifermentati in bottiglia, ed Extra-Brut, che “risponde alle esigenze dei consumatori il cui gusto sta virando su gradazioni zuccherine sempre meno accentuate”.
Ma, come detto, il 2019 potrebbe essere, come tutti sperano, l’anno dell’Unesco per le Colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg: “appuntamento a luglio a Baku dove contiamo di consegnare a un’area naturalistica straordinaria il titolo di Patrimonio dell’Umanità Unesco. Lo meritano territori unici, la loro storia, i loro abitanti e i produttori rispettosi dell’ambiente e votati alla qualità”, ha ricordato nei giorni scorsi il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
“Sono i 50 anni della denominazione - ha ricordato il Governatore - e il riconoscimento di Patrimonio dell’Unesco lo dedicheremo ai tantissimi che, decenni addietro, si spaccarono la schiena per creare, salita dopo salita, usando solo le mani e pochi attrezzi, il gioiello che sono oggi queste colline. Molti di loro non ci sono più, e non hanno potuto godere della fama e del successo economico di Prosecco, ma senza di loro tutto ciò non sarebbe esistito. E ancora oggi è così. Su questi pendii non si va con i macchinari, ma con le proprie gambe e le proprie mani, raccogliendo senza indugi la sfida del paesaggio e della sostenibilità .C’è chi tenta di assegnare a questi vini la causa di tutti i mali - ha detto il Governatore - ma non è così. I produttori del Prosecco, e anche della Valpolicella si sono dati, e rispettano, rigidissimi codici di autoregolamentazione. E infatti la sfida del futuro è il vigneto a impatto zero”.
Futuro che passa anche dalla promozione, tanto sui mercati d’Italia e del mondo, che sul territorio. E va in questo senso la partnership con la Prosecco Cycling, evento che in 15 edizioni ha portato oltre 40.000 appassionati provenienti da tutto il mondo a pedalare nel cuore delle colline trevigiane: Valdobbiadene e Conegliano per la prima volta unite dal percorso che il prossimo 29 settembre attraverserà 12 dei 15 Comuni della Docg, sotto al claim “Conegliano Valdobbiadene Superior Taste”.
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