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Allegrini 2024

Qualità, fascino, affidabilità: è Gaja la griffe del vino che meglio impersona queste caratteristiche … Seguono a ruota, Antinori e Sassicaia, i più prestigiosi nomi dell’enologia toscana. Quindi, le siciliane Planeta e Donnafugata

Qualità, fascino, affidabilità: è Gaja la griffe del vino a meglio rappresentare queste tre caratteristiche nell’immaginario collettivo degli enonauti sondati da un’inchiesta promossa da www.winenews.it, in collaborazione con Vinitaly (www.vinitaly.com). Le “roi” del Barbaresco si aggiudica il primo posto indiscusso nella classifica dei brand enoici che accompagnano quotidianamente la nostra vita guidando e condizionando i nostri acquisti in virtù del loro nome, simbolo e sinonimo di una serie di certezze; sul podio, seconda e terza, le toscane Antinori, prestigioso marchio storico che da poco ha festeggiato i cinquecento anni del suo palazzo rinascimentale a Firenze, e la Tenuta San Guido, la cantina che produce il Sassicaia, archetipo dei Super Tuscan; seguono, con un quarto posto, a pari merito, le due grandi “signore” del vino della Sicilia, Planeta e Donnafugata, fautrici della rinascita enologica della regione nel mondo; ancora un triplo ex-equo, per la quinta posizione, dove si trovano fianco a fianco le toscane Tenuta dell’Ornellaia e Castello Banfi, la più grande azienda nel territorio del Brunello, e l’umbra Caprai, la cantina che ha rilanciato in Italia e nel mondo il Sagrantino di Montefalco; a chiudere la classifica dei brand più glamour dell’enologia: la Biondi Santi (Tenuta Il Greppo), la cantina che ha “inventato” il Brunello di Montalcino, la campana Feudi di San Gregorio, le franciacortine Bellavista e Ca’ del Bosco e la toscana Frescobaldi.
Il sondaggio di WineNews, indirizzato a 10.150 enonauti (con risposte da 2.550), su “Qualità, fascino, affidabilità: quale azienda vinicola impersona meglio queste caratteristiche?”, tende a mettere in luce un fenomeno ormai conclamato nel mondo occidentale: sono i brand, i marchi, le griffe i punti di riferimento nella vita quotidiana di ciascuno di noi. La filosofia del marchio, l’identità di un logo regna dunque anche nel territorio di Dioniso e si rivela come elemento trainante del mercato del vino, riproponendo le stesse dinamiche che vigono negli altri generi merceologici. Le scelte degli enonauti dimostrano, però, che un brand è importante se oltre all’immagine possiede delle caratteristiche intrinseche tali da conquistare e mantenere la fiducia degli enoappassionati come la storia e la qualità. E, da questo punto vista, è significativo il podio conquistato da Gaja, Antinori e Tenuta San Guido (Sassicaia), tre aziende simbolo del “made in Italy” enoico nel mondo, tra le principali artefici, tra l’altro, del cosiddetto “rinascimento” enologico italiano.
Oltre alle 13 aziende ai vertici del sondaggio, diverse anche le indicazione per altre grandi cantine italiane: Allegrini, Tasca d’Almerita, Berlucchi, Mastroberardino, Firriato, Felluga Livio, Ferrari, Ceretto, Castello di Brolio, Zonin.
Non mancano, però, le voci fuori dal coro: tanti anche gli enonauti che hanno dichiarato di non subire il fascino della griffe, bensì di preferire piccole aziende sconosciute e “borghesi” in quanto l’elemento essenziale per loro nel prodotto vino risulta essere soltanto la piacevolezza al palato … come dire “de gustibus non disputandum est”.

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