Quando l’uva e il vino sono un “medium” sociale senza concorrenti: Unione Italiana Ciechi di Lecce e la cantina Cupertinum di Copertino insieme per vendemmia con bambini non vedenti e vedenti. Esempio d’integrazione e di sensibilizzazione profonda

Quando l’uva e il vino riescono ad essere un “medium” sociale senza concorrenti. È questo un po’ il senso della bella esperienza di vendemmia con bambini non vedenti e vedenti, esempio di integrazione scolastica e progetto voluto dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Lecce, con il supporto logistico della cantina Cupertinum di Copertino (www.cupertinum.it). “I ragazzi hanno potuto godere del rapporto diretto con le vigne - spiega il presidente della cantina Cupertinum, Francesco Trono - e scoprire, con le loro mani, gli acini dell’uva e sentire con il loro naso il loro profumo”. L’enologo Giuseppe Pizzolante Leuzzi ha accompagnato i bambini facendo loro conoscere la pigiatura, guidandoli nella tradizionale spremitura dei grappoli fatta a piedi scalzi, fino alla trasformazione dell’uva in mosto.
“È stato un recupero e un risveglio della sensibilità, non soltanto per i bambini, anche per noi adulti una riattivazione - ha sottolineato l’enologo - di sapori e saperi: i sensi, i gesti, la complicità, lo scambio, la collaborazione, il lavoro, il gioco, la conoscenza. Per i bambini non vedenti è stato fondamentale fare esperienza della realtà, toccare le piante con le mani, avvicinare il mondo uditivo a quello sensitivo per arrivare a conoscere l’uva, il frutto più simbolico del rapporto tra la terra e il sole, che quando viene trasformata, con il lavoro dell’uomo, diventa vino, piacere per il nostro corpo”.
“Abbiamo sempre creduto che la cultura, il lavoro e l’autonomia personale - Salvatore Peluso, presidente dell’Unione dei Ciechi di Lecce - siano le condizioni per diventare cittadini liberi e responsabili nella società. La formazione e la conoscenza nascono nei primi anni di scuola anche con iniziative di sensibilizzazione come quella fatta a Copertino”.