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Quotidiano Nazionale / La Nazione

Dalla Croatina al Riesling “La forza di una Consorzio che esplora strade nuove” … 13.500 ettari a vigneto dell’Oltrepò pavese corrispondono alla superficie occupata da 18.900 campi da calcio della dimensione dello Stadio Olimpico di Roma. E mettendo in fila i 54 milioni di piante di vite dell’Oltrepò, a distanza di un metro come sono disposte nei filari dei vigneti, si potrebbe fare 1,3 volte il giro del mondo. Un business per le 1.700 aziende vitivinicole oltrepadane, in prevalenza a conduzione famigliare, che rendono il panorama molto frammentato, punto di forza per la qualità ma un po’ meno per la promozione e l’esportazione. Come molto diversificati sono i vitigni e i vini in bottiglia. Sulle colline oltrepadane i vitigni più rappresentativi sono: Croatina (4mila ettari, che rappresentano il 70% circa dell’intera produzione nazionale), Barbera (3mila ettari), Pinot nero (quasi 3mila ettari, ovvero il 75% dell’intera produzione nazionale), Riesling (1.500 ettari) e Moscato (500 ettari). Tra i vini, lo spumante Metodo Classico si produce fin dalla metà del 1700 e nel 1865 si spumantizzò per la prima volta partendo da barbatelle di Pinot nero selezionate in Francia. La produzione di spumanti in Oltrepò conta circa 12 milioni di bottiglie annue, di cui circa un milione e mezzo di Metodo Classico. Il vino della tradizione è il Bonarda, un rosso “di pronta beva” la cui produzione tocca i 20 milioni di bottiglie, mentre il rosso più internazionale è il Pinot nero e il bianco più caratteristico è il Riesling. Nelle ultime vendemmie il totale dell’uva raccolta in Oltrepò pavese è sempre stato superiore al milione di quintali, per una produzione di vino che supera gli 800mila ettolitri. A fare sintesi per tutelare e promuovere una delle prime cinque storiche Denominazioni d’Italia per numero di ettari vitati, la “mission” del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese parte dalla solida tradizione per guardare al futuro. Come?

“Nell’aprile del 1959 muoveva i primi passi quello che sarebbe poi diventato il Consorzio Tutela Vini Oltrépò Pavese - spiega il presidente Michele Rossetti -. Già allora s’intuiva quanto sarebbe stato importante creare condivisione, guardare al futuro e difendere un’identità. Tutto cominciò da un’associazione di produttori, fondata ufficialmente il 4 agosto 1960 (dieci anni prima della Doc), che aveva lo scopo di valorizzare e tutelare i vini dell’Oltrepò Pavese. Da allora il Consorzio ha ampliato le sue aree di intervento, di concerto con gli enti istituzionali a partire dal Ministero delle Politiche Agricole e da Regione Lombardia. Tra le sue azioni di tutela dei vini dell’Oltrepò, il Consorzio si batte per la salvaguardia dei prodotti e della loro qualità, con particolare attenzione all’origine. Non a caso dalla vendemmia 2007 le bollicine Metodo Classico in Oltrepò Pavese hanno ottenuto la Docg”.

Quali fini e obiettivi si prefigge di raggiungere?

“Oggi il Consorzio aiuta i produttori a esplorare nuovi scenari, fare comunicazione e marketing, ad esportare l’identità territoriale che il vino d’Oltrepò sa esprimere. Il Consorzio realizza manifestazioni e degustazioni ma è anche protagonista di eventi di settore su scala locale, regionale, nazionale e internazionale. Si guarda all’estero, in particolare all’Europa, all’America, alla Svizzera e al Giappone. Il Consorzio è presente su Internet e sui principali social network in modo molto attivo. Mondo del vino in Oltrepò significa qualità nel bicchiere, ma anche chance di crescita economica: le Cantine vogliono creare enoturismo e itinerari culturali agganciati alla rete della ricettività, come testimonia il progetto “Guidando con Gusto” (www.guidandocongusto.com), nato da una sinergia tra Consorzio e Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese”.

Progetti futuri?

“In Consorzio sta per completarsi, nel dialogo sull’asse Regione - Ministero, il percorso per i nuovi disciplinari di produzione, una nuova tracciabilità con la fascetta di Stato e un regolamento d’assemblea per dare più voce e peso alle piccolemedie aziende”.

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