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Quotidiano Nazionale / La Nazione

Serve una legge sull’enoturismo … Il turismo del vino funziona. Ma potrebbe funzionare meglio e diventare un vero volano di sviluppo per i territori se ci fosse una legge quadro che consentisse alle cantine di vendere i relativi servizi. Perché oggi “l’enoturismo lo facciamo ma non lo possiamo vendere”, esplicita il paradosso Carlo Pietrasanta , presidente del Movimento per il turismo del vino (Mtv). La legge sull’enoturismo sta procedendo in Parlamento con qualche affanno. “Aspettiamo il via libera della commissione Finanze del Senato per poi passare alla Camera. Puntiamo con tutte le nostre energie a vederla approvata entro fine legislatura. Speriamo che nessuno faccia scherzi alla Camera come è avvenuto al Senato dove qualcuno si è inventato che questa legge potrebbe far diminuire il gettito fiscale. Una cosa senza senso”. Una legge che tutti dovrebbero firmare, destra e sinistra senza distinzioni, perché serve al Paese. “Vogliamo vendere i nostri servizi e pagarci le tasse. Con 10mila aziende attive significa un potenziale di 20mila posti di lavoro in 2 anni. Non vogliamo diventare ristoratori, albergatori o commercianti: se qualcuno di noi lo vuol fare, lo farà secondo le regole di questi mestieri. Ma la maggior parte di noi vuol fare il vino, farlo sempre meglio, e fare sempre maggior cultura del vino”. L’enoturismo è una grande potenziale leva per la valorizzazione dei territori e delle città. “Una spinta al turismo gastronomico, partendo dal vino, può portare alla riscoperta di tutta la campagna e di tutta l’agricoltura del Paese”. Però serve una buona legge, senza stravolgimenti. E Pietrasanta pone tre condizioni. Primo. “Fare in modo che le norme di attuazione siano valide a livello nazionale e non demandate alle Regioni. Non per mancanza di fiducia, ma per esprimere delle regole che siano uguali per miti dalla Val d’Aosta a Pantelleria, dal Collio al Salento, e quindi comprensibili e uniformi nell’interesse soprattutto dei turisti stranieri”. Secondo: “Ricordare che l’enoturismo è sì turismo, ma che è fondato sul vino come attrattiva principale. Non importa in questo senso quanta percentuale di un viaggio o di una vacanza sia dedicata al vino: importa piuttosto che quella percentuale diventi fattore di attrazione decisivo come lo è in Francia o nella Napa Valley”. Terzo: “Essere fondato sul vino significa che l’enoturismo è fondato sulle cantine e sulle loro iniziative. Non voglio con questo sminuire il ruolo delle Città del Vino: sono anzi una grandissima realtà, che hanno riconosciuto appunto nel vino un carattere distintivo e identitario. Insieme certamente possiamo fare grandi cose, sempre più grandi. Ben venga l’alleanza: noi di Mtv lo sappiamo così bene che volentieri organizziamo “Calici di Stelle” con le Città del Vino. Tante altre cose potremmo realizzare in una collaborazione continua tra produttori e Comuni. Ma bisogna sempre ricordare che i vini e quindi le cantine sono al centro della scena dell’enoturismo”.

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