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Quotidiano Nazionale / La Nazione

Il mio vino … Barbaresco Gallina: caldo e morbido … Arroccato su un poggio panoramico, il borgo antico di Neive si è conservato sostanzialmente intatto, salvo qualche rimaneggiamento operato da nobiltà terriera e ricca borghesia, che ambivano a stabilirvi la loro residenza. Nasce così il palazzo dei Conti di Castelborgo, altrimenti noto come Castello di Neive, edificato sul sito del maniero medievale raso al suolo nel XIII secolo. Il nuovo castello aveva spettacolari cantine a volta, dove il celebre enologo Luigi Oudart, su incarico dei Castelborgo, realizzò il primo Nebbiolo in purezza, trasformandolo da vino rustico in un prodotto di alto profilo, adatto per l’esportazione, tanto da meritarsi una medaglia d’oro all’Esposizione di Londra del 1862. Quel vino si chiamava, semplicemente, Neive. Oggi si chiama Barbaresco e riporta in etichetta il cru di provenienza. Il rilancio dell’azienda su basi moderne parte dal dopoguerra, quando Giacomo Stupino inizia
a fare incetta delle vigne più rinomate, acquisendo anche il castello di Neive. Attualmente tutte le attività produttive si sono trasferite in un nuovo stabilimento, mentre nelle storiche cantine del castello restano la bottaia, i locali per la lavorazione del metodo classico e per l’élevage in bottiglia sotto sabbia. Dalle uve del celeberrimo cru Gallina, nel calice subito affascina con un colore granato scintillante, al naso è un nobile fraseggio di viole e rose appassite, frutti di bosco, liquirizia, pepe, cuoio e refoli silvestri. Caldo e morbido, avvolge armoniosamente con una trama tannica perfettamente fusa nel corpo robusto. Scia finale che ricorda rose e cioccolato.

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