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Quotidiano Nazionale

Toscana. Il vino è il più richiesto, crescono gli assunti … Il “Made in Tuscany” agroalimentare vola nel mondo, grazie a esportazioni in continua crescita. L’ultima fotografia del settore, elaborata da Irpet pochi mesi fa e sviluppata confrontando i dati con quelli del 2006, testimonia la presenza di meno aziende (72mila in tutto), ma più grandi e strutturate, con il passaggio da 6,5 a 10,5 ettari coltivati di media. Gli occupati sono 51 mila, il 12% in meno del 2006, ma in crescita dal 2012. Molto bene l’export, che vale 1,8 miliardi di euro e che corrisponde al 7% delle esportazioni toscane e al 6% di quelle agroalimentari italiane. Le richieste arrivano soprattutto dagli Stati Uniti, seguiti da Germania, Regno Unito, Francia e Canada. Aumenta in particolare la domanda di prodotti agroalimentari (valore 1,6 miliardi di euro) rispetto a quelli prettamente agricoli (221 milioni). Attualmente il valore aggiunto di agricoltura e agroalimentare ammonta a 3,2 miliardi di euro, di cui 2 (il 70%) da attribuire alla pane agricola. Domina il vino, la cui produzione è cresciuta del 20% nell’ultimo decennio, ma pesano anche le produzioni zootecniche (oltre 500 milioni di euro), che vedono in aumento pollame e suini e in calo bovini, ovini e caprini. “I segnali di ripresa ci sono - ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Remaschi - e, se ancora non hanno permesso di recuperare quanto perso in passato, hanno consentito di coprire le voragini aperte negli anni più neri, fra il 2010 e il 2012. La Toscana deve ora valorizzare alcune filiere, come la olivicola, che non ha ancora rag-giunto i livelli di quella vitivinicola”. “La crescita della domanda all’estero e dei consumi - spiega il presidente di Coldiretti Toscana, Tulio Marcelji - è stata graduale e costante negli anni. È di fondamentale importanza continuarne lavorare sulla trasparenza e sull’etichettatura, applicando pene severe nei confronti di chi froda o manipola i prodotti”. Se il quadro del settore è positivo, il prossimo bilancio dovrà però fare i conti con i fattori climatici critici del 2017: dalle grandinate primaverili alla siccità. Coldiretti Toscana ha stimato i danni in almeno 200 milioni di euro, ma è un calcolo fermo a luglio e che dovrà essere aggiornato.

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