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Quotidiano Nazionale

L’arte del mixare celebra le bollicine … L’universo cocktail, non contempla esclusivamente i distillati, ma fin dai primordi è anche patria di vini e bollicine. Ne abbiamo la certezza consultando il primo cocktail book, scritto nel 1862, dal barman americano Jerry Thomas, detto il Professore e
padre della mixology. Un volume quotato sulle 5mila sterline, che contiene un considerevole numero di ricette, a base di vini e champagne, sintomo di quanto il frutto della vite, già allora, fosse considerato un ingrediente rilevante, in quel laboratorio straordinario, che è l’american bar. Riflessione confermata anche da Stefano Nincevich, giornalista ed esperto di mixology, che ce ne dà conto, nel suo "Cocktail Safari". Tra i drink a base di bollicine che hanno fatto la storia non può
mancare lo Champagne Cocktail, mistura a base di Cognac, Champagne, Angostura e zucchero, comparsa per la prima volta, in un manuale di economia domestica del 1861, per poi riapparire l’anno dopo nel volume di Jerry Thomas, e ancora nel 1869, in un romanzo di Mark Twain. Sempre nel 1861, grazie all’estro dei bartender del gentlemen’s club Brooks’s di Londra, vede la luce il Black Velvet, a base di 1/2 parte di birra Guinness, e ’/2 parte di Champagne, per commemorare la scomparsa di Alberto, il Principe Consorte della Regina Vittoria, una miscela amata anche da Bismark, il Cancelliere di Ferro, che però lo preferiva con Lager scura della Sassonia e bianco frizzante. Nel 1931 anche i Futuristi daranno vita a un cocktail, chiamandolo Carouselle D’alcool, nel quale coesistono allegramente Barbera D Asti, Campari, cedrata, e una guarnizione ardita, composta da due stecchi di legno, uno con un dadino di formaggio, da assaggiare prima di bere, e uno al - cioccolato per concludere il drink. Nel 1948, sarà invece Giuseppe Cipriani dell’Harry’s Bar di Venezia, a entrare nella leggenda con il Bellini, (pesca bianca filtrata e Prosecco ghiacciato), nato in omaggio a Giovanni Bellini. Ma anche Bucks Fizz, Tiziano, Rossini, Kyr... E oggi? Tra le insegne italiane più significative, c’è il Jerry Thomas Speakeas_y di Roma, da quattro anni, segnalato nella Fifty Best Bar, la classifica dei 50 migliori bar del mondo. Una carta con numerosi cocktail a base di vini e champagne, tra cui il richiestissimo C. C. C. Caribbean Champagne Cocktail, realizzato con una miscela di Rum caraibici, sciroppo di frutto della passione, bitters al pimento e Champagne, e allo studio, una ricerca che presto vedrà la luce con drink a base di grandi spumanti brut italiani.

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