Al via l’estate, al via la stagione lavorativa. L’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio stima che nel mese di giugno 122.070 (oltre il 75%) delle assunzioni offerte nel terziario riguarderanno i servizi di ristorazione, che arrivano a oltre 275.200 nel trimestre, un dato dovuto sia all'avvio delle imprese stagionali che all’intensificazione dell’attività legata al turismo. Il 77% delle assunzioni avverrà tramite contratti a tempo determinato, l’8% a tempo indeterminato, mentre la restante parte delle collaborazioni sarà regolata con contratti di apprendistato e altre tipologie contrattuali.
Dei 430.000 contratti di lavoro offerti dal settore terziario nel mese in corso (oltre un milione se si considerano i tre mesi estivi, giugno, luglio e agosto), la maggior parte proviene dal turismo, con 160.690 assunzioni previste. Tra le figure professionali più ricercate si confermano i camerieri con oltre 59.600 profili nel solo mese di giugno. Un numero, questo, destinato a raggiungere le 137.150 unità nel trimestre giugno-luglio-agosto. Seguono, poi, i cuochi con 22.510 assunzioni previste e i baristi con oltre 19.250 posti da coprire.
Il settore della ristorazione è da anni in crisi di personale. Questo problema, ormai diffuso su scala globale, non riguarda solo la mancanza di chef di alto profilo, ma soprattutto il personale di sala e di cucina, figure fondamentali per il funzionamento di qualsiasi struttura. Non si tratta di una crisi silenziosa, ma di un problema conclamato che sta avendo ripercussioni significative sull’intera industria. Uno dei temi più discussi sul perché il lavoro in sala non “attiri” a sufficienza è quello degli stipendi, valutati - soprattutto dai più giovani - troppo bassi.
Nelle scorse settimane Fipe e Confcommercio hanno raggiunto un accordo con i sindacati di categoria, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil per quanto riguarda il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, proprio in previsione della stagione estiva: i lavoratori della ristorazione riceveranno un aumento di 200 euro.
Un accordo celebrato sia da Lino Stoppani, presidente di Fipe: “aver sottoscritto il contratto in questo contesto - ha detto - dopo i danni delle tante recenti emergenze, è segno di responsabilità sociale, capacità di visione, competenza tecnica e coraggio di tutte le parti presenti al tavolo negoziale”, sia da Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio: “questa è la risposta più efficace alla questione del salario minimo. Il contratto collettivo nazionale di lavoro del terziario è buono perché interpreta le trasformazioni profonde del nostro tempo. È espressione concreta di responsabilità, e viene applicato, nel 2023, da oltre il 93% delle aziende italiane del terziario”.
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