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“Ritorno al presente” per Gaja: i tre Cru storici, Costa Russi, Sorì Tildin, Sorì San Lorenzo, dal millesimo 2013, torneranno Barbaresco. “Una scelta di Gaia, Rossana e Giovanni Gaja”, spiega la cantina che i tre fratelli guidano con il padre Angelo

Quando dei vini-icona non solo di una cantina, ma di un territorio e anche di un Paese, cambiano nei loro elementi costitutivi, è un fatto che deve far riflettere. E che, in certi casi, rivela anche che qualcosa sta cambiando nella cantina che quei vini li produce, e che è diventata tra le più celebri al mondo anche grazie a loro. Come succede in Gaja, una delle griffe del vino del Belpaese più importanti del mondo.

“Ritorno al presente”: a partire dall’annata 2013 la denominazione dei singoli vigneti Costa Russi, Sorì Tildini e Sorì San Lorenzo cambia da Langhe Nebbiolo Doc a Barbaresco Dop. Sono quindi 100% Nebbiolo. É una scelta di Gaia, Rossana e Giovanni Gaja”.

Con queste poche righe una della cantine icona del vino italiano nel mondo, annuncia un cambiamento su tre delle sue etichette simbolo, tra le più affermate nel mondo e nelle aste internazionali, che, in qualche modo, segna anche un ulteriore avanzamento nel passaggio generazionale della cantina di Barbaresco che Angelo Gaja guida da anni, insieme ai figli Gaia, Rossana e Giovanni.


Con lo stesso Angelo che non fa un passo indietro, “ma un passo affianco”, conviene a WineNews Gaia Gaja, che parlando anche a nome dei fratelli spiega: “per noi non è una cosa clamorosa, anzi, ci sembra normale. E non è un disconoscere il percorso fatto da nostro padre. Il motivo per cui papà nel 1996 aveva preso certe decisioni - (quando questi tre vini-icona della cantina e del Belpaese erano diventati dei Langhe Nebbiolo, permettendo così l’uso di altri vitigni nel loro blend, ndr) - era legato al suo bagaglio e al suo progetto personale, che ha raggiunto i suoi indiscutibili traguardi. Ma questa è una decisione nostra, che abbiamo maturato con il nostro vissuto, come lui fece allora. Una scelta che è maturata in un paio di anni di confronto e discussioni, di assaggi, e alla fine è arrivata, per noi tre: è figlia della nostra contemporaneità, e della convinzione di voler esprimere in questi vini tutte le potenzialità del Nebbiolo in purezza a Barbaresco. Papà Angelo ha capito che era una cosa a cui tenevamo molto, ed è stato fantastico, ci ha sostenuto nel farla. Nel 2012 non siamo usciti, abbiamo deciso di farlo con il 2013 perché è un’annata che ci piace tantissimo”.

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