Rocca delle Macìe ha concluso un nuovo accordo commerciale con l’azienda siciliana Barone Beneventano di Monteclimiti: la maison Chiantigiana della famiglia Zingarelli commercializzerà tre prodotti dell’antica cantina siracusana, un Nero d’avola Igt, uno Chardonnay Igt e il famoso Moscato di Siracusa Doc.
Da anni ormai la crescita commerciale di Rocca delle Macìe prevede la distribuzione, oltre che delle proprie etichette, anche dei prodotti di piccole case vitivinicole italiane che condividono con la maison chiantigiana l’attenzione verso il territorio dove operano e il costante miglioramento della qualità: azienda agricola Riccardo Fratus in Franciacorta, Villa Vescovile in Trentino, La Serena e I Comunali a Montalcino in Toscana, Macchialupa e La Rivolta in Campania e il Consorzio dei produttori Vini di Manduria in Puglia sono gli altri membri di questa famiglia.
“E’ nell’ ottica di ampliamento e di crescita - afferma Sergio Zingarelli, presidente di Rocca delle Macìe - che abbiamo concluso quest’ultimo accordo con il Barone Beneventano. Già da tempo, infatti, avremmo voluto aggiungere un’azienda siciliana alle altre che già distribuiamo, ma ancora non eravamo riusciti a trovare un’azienda in linea con le finalità e con il modo di operare di Rocca delle Macìe. Questa piccola realtà della provincia di Siracusa è senz’altro un eccelso portavoce della qualità ormai celebre dei vini siciliani e penso perciò che insieme potremo raggiungere dei buoni traguardi”.
L’attività vitivinicola dell’azienda siciliana risale alla metà del 1700 quando il barone Guglielmo della casata Beneventano diede inizio ad un’importante produzione del rinomato Moscato di Siracusa che veniva portato via mare a numerose corti d’Europa.
Oggi Pietro Beneventano, continuando l’antica tradizione di famiglia ha rinnovato i vigneti e la cantina impiantando nuove superfici vitate per proporre ad un mercato sempre più attento ed interessato una produzione di alto livello qualitativo grazie anche alla consulenza di esperti come l’enologo Cesare Ferrari. “A volte quelli che comunemente chiamiamo “affari” - afferma Pietro Beneventano, dopo l’incontro con la famiglia Zingarelli - nascono da un immediato senso di simpatia tra gli interlocutori, una sensazione di fiducia reciproca e istintiva e dalla consapevolezza che lavorare e collaborare insieme porterà certamente soddisfazioni e risultati positivi”.
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