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Roma, che smacco: niente “Dinner in the Sky”, almeno per ora. Le lentezze della macchina burocratica fermano le cene sospese a 50 metri d’altezza, tutto rimandato a maggio 2017. Gli organizzatori parlano di “burocrazia lenta e farraginosa”

Le vicende politiche romane hanno guadagnato da giorni le prime pagine dei giornali ed i titoli di testa dei Tg, svelando limiti e debolezze della Città Eterna. A partire dalla burocrazia, che ha costretto “Dinner in the Sky”, il format che ha portato l’esperienza di una cena sospesa a 50 metri d’altezza in ogni angolo del mondo e d’Italia, a rimandare le date della tappa di Roma, che doveva andare in scena dal 15 settembre al 2 ottobre, a maggio 2017. Una decisione dettata, come si legge in una nota della società, alle “enormi difficoltà nel far recepire alla farraginosa macchina burocratica le norme europee che regolano Dinner in the Sky”.
Norme che, si legge sul sito www.dinnerinthesky.it, sono state recepite senza grandi problemi da tutte le città in Italia (Bologna, Venezia, Milano) e nel mondo (Vienna, Praga, Vilnius, Riga, Lubiana, Bruxelles, Budapest, Lisbona, Parigi, Sydney, Abu Dabi, Toronto e Beirut), ma non questa volta, con “la ricezione di queste norme che è stata lenta e farraginosa oltre ogni umana immaginazione, la burocrazia rimbalza la responsabilità da un ufficio all’altro e negli uffici - pur avendo toccato con mano la buona volontà di chi ci lavora - le indicazioni che ci sono arrivate sono state spesso contraddittorie e questo ci ha condotto in un vicolo cieco. Colpa di leggi, cavilli, commi e una continua disorientante ed estenuante interpretazione delle norme sulle attrazioni come Dinner in the Sky”, si legge nel comunicato diffuso dalla Dits Europe la società estone che organizza in tutto il mondo l’evento”.

“La burocrazia ha vinto il primo round - commenta Uldis Kalnins, amministratore delegato Dits Europe - obbligandoci a posticipare l’evento, ma non il match. Perchè Dinner in the Sky a Roma è solo spostato di qualche mese, anche se in dieci anni di attività non abbiamo mai incontrato una burocrazia così complessa e contraddittoria”.

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