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COLTIVAZIONI “ATIPICHE”

Salicoltura marina come pratica agricola riconosciuta, anche la Sardegna presenta il progetto

Terza regione dopo Sicilia e Puglia a raccogliere l’iniziativa di Confagricoltura. L’obiettivo è una normativa per un settore da 60 milioni di euro
Confagricoltura, PRATICA AGRICOLA, REGIONE SARDEGNA, SALICOLTURA, SALINE, SALINE MARINE ITALIANE, SARDEGNA, Non Solo Vino
La Salina Ingegner Luigi Conti Vecchi, nella laguna di Santa Gilla a Cagliari

In Italia sono presenti oltre 10.000 ettari di saline marine, con una produzione annua di 1,2 milioni di tonnellate di sale (corrispondenti a poco meno del 30% della produzione totale), per un valore di oltre 60 milioni di euro. E tra queste, anche la Sardegna ha presentato il proprio progetto di valorizzazione nazionale della salicoltura, il programma elaborato da Confagricoltura e Saline marine italiane che mira a far riconoscere l’attività di coltivazione del sale marino come pratica agricola riconosciuta. Formalmente l’adesione di è tenuta oggi, 4 giugno, ad Assemini, a Cagliari, ed è la terza in ordine di tempo che fa seguito a quelle di Sicilia e Puglia.
Il progetto generale è nato il 27 settembre 2023 a Roma, frutto del coordinamento tra gli imprenditori agricoli e della produzione del sale marino italiani, e sulla scia dell’esempio della Francia che nel 2019 ha inserito la salicoltura nelle attività agricole nazionali. L’obiettivo di Confagricoltura, infatti, di concerto con le società di gestione delle Saline di mare dell’Italia, è dimostrare che la coltivazione del sale marino è assimilabile all’attività agricola, dando così innanzitutto un riconoscimento al comparto per poi definire in futuro una legge che fissi i criteri normativi.
Tra i firmatari del progetto, oltre alla Confederazione, le società di gestione delle Saline di mare italiane Atisale Spa (Puglia e Sardegna), Sosalt Spa e Isola Longa in Sicilia, Saline Ingegner Luigi Conti Vecchi in Sardegna, e il Parco della Salina di Cervia in Emilia Romagna. Ai soggetti firmatari si aggiungono inoltre, come sostenitori, le saline di Trapani Oro di Sicilia, Ettore e Infersa e Isola di Calcara.
“Alcune aree del Sud Sardegna rappresentano ancora oggi, dopo secoli di lunga tradizione, le realtà a maggior vocazione produttiva d’Italia - ha detto il presidente Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele - il progetto di valorizzazione che stiamo portando avanti mira a un traguardo ambizioso, ma non impossibile da raggiungere. Con il supporto anche della politica locale e quindi della Regione Sardegna siamo certi che in tempi rapidi si possano dare risposte a un settore dove ancora tanto si può fare in termini di sviluppo e di creazione di nuova occupazione”. Il dg Confagricoltura Annamaria Barrile, ha puntato l’accento anche sul richiamo turistico indotto dalla blue economy: “avvicinando la salicoltura marina all’attività agricola si avrebbe una sinergia tra i due comparti che sicuramente porterebbe ad una valorizzazione turistica, aumentando il legame tra territorio e prodotti agroalimentari, a favore dell’economia del Paese”. Dalla presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, il sostegno politico: “la Regione è al fianco di questo settore strategico che deve creare ancora più valore, sviluppo e soprattutto occupazione. Un progetto importante, un passo necessario per la nostra Isola”.

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