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SALONE DEL VINO: DALLA CANTINA ALLA TAVOLA IL PREZZO SI TRIPLICA. I PRODUTTORI SPIEGANO LA DINAMICA DEL FENOMENO

Non è più un'allarme, ma una certezza: il vino, così come molti prodotti agricoli, nel percorso dalla cantina alla tavola "soffre" dell'ormai consueta impennata dei prezzi arrivando a costare tre volte tanto. Un fenomeno (messo in evidenza anche al Salone di Torino) dove tra i produttori, seppure tra i dovuti distinguo, il coro è pressochè unanime: se il vino costa troppo al consumatore non
è certo solo colpa delle aziende.

Nonostante una filiera corta pochi passaggi sono sufficienti
a far lievitare i prezzi delle bottiglie fino anche al 250%.
Certo un caso limite, ma rincari del 30-40% sono all'ordine del giorno. "Un vino che esce dalla cantina a 10 euro - spiega Marcello Baldi manager vendite Italia della chiantigiana Dievole - viene acquistato, scontato, da un qualsiasi distributore a 7 euro e rivenduto a sua volta a 13 euro ai ristoranti ed enoteche. E' poi il ristoratore di turno che contribuisce a far crescere il prezzo fino a 20/25 euro". Se poi si tratta di un vino medio-alto il cui "costo base - aggiunge - si aggira intorno ai 20 euro, in tavola arriva anche a 80 euro e a 150 se la bottiglia è particolarmente blasonata". Ma, in realtà, i viticoltori possono fare poco e niente per contenere il fenomeno. "E' impensabile che i produttori - rileva Francesco Mastrocola del commerciale della Cooperativa, Terre del Barolo - possano controllare quel che fanno enoteche e ristoranti. La corsa dei listini - aggiunge - non è controllabile da parte nostra, anche perche' vendiamo già con un ribasso e, dopo un'annata abbondante come questa, la prospettiva e' che il prezzo scenda ulteriormente".

Il fenomeno non è circoscrivibile ma riguarda una po' tutta
l'Italia, da Nord a Sud. "E' la problematica che accomuna tutte le Regioni e i territori - sostiene Aldo Di Marco delle Cantine di Marco di Martina Franca - e credo che sarebbe più giustificabile se avvenisse su vini di lusso che possono vantare un nome, piuttosto che su quelli di fascia media". Secondo Di Marco questa è una situazione che riguarda "solo ed esclusivamente il vino, mentre per altre bevande, come ad esempio la birra, tutto questo non avviene". Sulla dinamica dei prezzi concorrono, comunque, vari altri fattori. Prima tra tutti - secondo gli addetti ai lavori - il trasporto delle bottiglie, l'imballaggio e il confezionamento e non ultimo le spese per la ricerca, la pubblicità e il marketing nel nome della qualità. Una volta uscita dall' azienda, sulla bottiglia pesa, tra l'altro, anche la collocazione dei ristoranti o delle enoteche. ''Se un locale - spiega Francesco Mastrocola di Terre del Barolo - si trova nel centro storico avrà ovviamente costi diversi da sostenere rispetto ad uno che, invece, è più decentrato o periferico".

Vietato fare troppe generalizzazioni, ma i produttori dal
Salone di Torino invitano il consumatore a tenere conto della qualità frutto di un'intensa attivita' di ricerca e sviluppo. Resta, comunque, il fatto che il mercato e' libero e che tante sono le tipologie di vini per tutte le tasche.

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