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SALONE DEL VINO - OLTRE LE ATTESE CANTINE SODDISFATTE

Il Salone del Vino (edizione n. 4) registra la soddisfazione degli operatori: è tornata la domanda, si sono visti
compratori orientali e, durante la fiera, si sono fatti contratti. E’ tutto
il vino italiano in ripresa. Dal Nord-Ovest al Sud, tra le cantine che hanno
esposto al Salone del Vino, è un coro di consensi. Come dire che, anche se
il Salone del Vino ha avuto dimensioni più contenute, non è stato così per
il volume di affari concluso. Un punto di forza è stato senza dubbio il
workshop che ha consentito alle aziende che vi hanno partecipato (220 con un
incremento del 40% rispetto alla scorsa edizione) di stringere ben 1500
contatti commerciali con operatori provenienti da paesi a forte propensione
di acquisto dei vini italiani. Altro must del Salone del Vino, secondo gli
operatori, è la qualità dei servizi offerti agli espositori e la possibilità
di svolgere degustazioni e contrattazioni in un’atmosfera rilassante e al
tempo stesso altamente professionale. A confermare le indicazioni di una
ripresa della domanda, che già erano venute dalla ricerca sulle tendenze del
mercato presentata nella giornata inaugurale del Salone dal Centro Studi
Promotor - Osservatorio Permanente del Salone del Vino, stanno le
soddisfatte valutazioni di molti espositori. Giudizio largamente positivo è
quello che viene dal team Langa In, che raggruppa 18 tra i migliori
produttori piemontesi. “E’ stato un Salone che è andato al di là di ogni
aspettativa commentano Pier Paolo Monti e Giorgio Pelissero Ottimi
contatti con enoteche, wine bar e ristoranti sia di casa nostra che delle
regioni limitrofe: Val d’Aosta, Liguria e Lombardia. Incontri significativi
anche con buyers stranieri”. Marco Caprai, della cantina umbra leader nella
produzione di Sagrantino, ha notato “un consistente flusso di operatori al
nostro stand. Era la prima volta che partecipavo al Salone e devo dire che i
risultati hanno superato di gran lunga le attese. E’ un Salone dove si fanno
affari e dove si possono concludere importanti contatti commerciali in
un’atmosfera rilassante, adatta a far comprendere il valore del vino”. Gli
fa eco Roberto Racca di Partesa, il più importante distributore in Italia,
che afferma: “Abbiamo avuto su 800 contatti, 500 operatori veri che hanno
acquistato. Un Salone che è andato ben al di là delle aspettative e che ha
un effettivo riscontro commerciale. A mio parere c’è stata una
sottovalutazione delle potenzialità di questa rassegna, mi verrebbe da dire
che gli assenti hanno avuto torto”. Molto soddisfatto Carlo Paoli del
Castello del Terriccio, una delle cantine più importanti di Toscana che
osserva: “Molto positivo il bilancio commerciale. Abbiamo chiuso tre
contratti molto importanti, abbiamo, attraverso il workshop, stretto
contatti significativi con Taiwan e Singapore. Domenica abbiamo avuto lo
stand costantemente full, ma a venirci a trovare erano operatori. A mio
avviso il Salone è un¹ottima occasione: è importante che resti a Torino e in
questo periodo. Non così potrei dire di altre rassegne che ci hanno deluso.
A favore del Salone del Vino c’è anche l’ottima comunicazione: per noi è
davvero un veicolo promozionale importante”. Il tema dei compratori che
arrivano da Oriente è ricorrente in tutte le cantine che hanno esposto al
Salone del Vino. Al proposito, notano i produttori riuniti nel Consorzio
della Doc Orcia, terroir toscano emergente: “Grazie al trascinamento della
notorietà di Brunello e Nobile di Montepulciano per noi si è aperto un
importante spazio commerciale. Sono stati soprattutto operatori di Taiwan,
Sud Corea, India e Mauritius, un mercato che non avremmo mai avuto la
possibilità d’incontrare, ad apprezzare la nostra produzione. La
partecipazione al workshop per noi è stata fondamentale. Direttamente allo
stand abbiamo concluso accordi con operatori giapponesi, danesi e svedesi.
Per noi il Salone del Vino è stato un successo sia commerciale che di
promozione e di comunicazione”.
Ornella Venica della cantina Venica&Venica, una delle aziende di punta del
Friuli Venezia Giulia, nota con soddisfazione: “Venire a Torino è un¹ottima
occasione per coltivare i giusti contatti. Ho visto il mio importatore
svizzero, ho incontrato ristoratori ed enotecari di tutto il Nord-Ovest, ho
avuto la possibilità di far degustare in tranquillità i miei vini sia ai
buyers che ai giornalisti italiani e stranieri in un clima di vero
apprezzamento del prodotto e sono rimasta molto colpita dal fatto che la
ripresa di domanda si percepisce non tanto in rapporto al prezzo basso,
quanto piuttosto al prezzo adeguato al valore del vino. Chi ha ben operato
sui mercati senza gonfiare i listini e senza tradire la scelta qualitativa
secondo me sarà premiato nei prossimi mesi. E il Salone del Vino ne è stata
la conferma”. Una ripresa della domanda l’ha notata anche la cantina
Biondi-Santi, la culla del Brunello di Montalcino: “Abbiamo avuto moltissimi
contatti, stand sempre pieno ma in un’atmosfera giusta per potere fare una
degustazione professionale e stringere veri accordi commerciali. I servizi
del Salone del Vino sono ottimi. Dal punto di vista di business abbiamo
avuto più di cento contatti e per la prima volta abbiamo stretto accordi con
compratori polacchi e di Chicago. Per noi è un bilancio positivo”. Antonio
Rallo della cantina siciliana Donnafugata nota che “Il rapporto costi
benefici della partecipazione al Salone del Vino è ottimo. Abbiamo avuto
contatti con oltre 400 clienti soprattutto enoteche e ristoranti del Nord
Ovest, un mercato per noi importante e devo dire che il costo contatto sia
in termini economici che di tempo è stato bassissimo. Questo è il miglior
aspetto della partecipazione al Salone del Vino”. Soddisfatti anche i tre
produttori storici del Barolo: Mascarello, Cappellano e Rinaldi che notano:
”Per scelta noi non partecipiamo ad altre fiere se non questa che è
ospitata nella nostra regione, tuttavia dobbiamo dire che siamo soddisfatti
per gli incontri commerciali che abbiamo avuto con enoteche, ristoranti e
buyers stranieri”. Anche da un colosso della produzione enoica di qualità
come Saiagricola (Fattoria del Cerro, La Poderina e Colpetrone) viene un
giudizio altamente positivo della partecipazione al Salone del Vino: “Ottimi
contatti sia dal punto di vista del numero che della qualità. Abbiamo
ovviamente avuto molta audience nel mercato del Nord Ovest, ma dobbiamo
notare che l’atmosfera rilassata del Salone ha consentito di far apprezzare
il valore dei prodotti anche a molti operatori stranieri. E’ andata meglio
della scorsa edizione”. Dal Veneto arriva una notazione molto incoraggiante.
Carlo Nerozzi della Cantina Vigne di San Pietro afferma: “Il Salone ha certo
dimensioni ridotte, ma chi ci ha partecipato ha colto un’ottima occasione: i
contatti sono concreti e di alto livello, non possono dare un giudizio che
positivo del Salone del Vino”. Anche dal Sud giudizi improntati
all’ottimismo. Sostiene Gregory Perrucci dell’Accademia dei Racemi - pool di
cantine pugliesi d’avanguardia - che il Salone del Vino “è stato un momento
importante anche per fare affari. Molti operatori sono venuti a degustare i
nostri vini per conoscere la realtà pugliese. Eravamo gli unici espositori e
forse chi non è venuto non ha fatto la migliore scelta, anche se potevamo
attenderci di più da questo Salone”. Per la Tenuta Col d’Orcia, cantina
leader del Brunello di Montalcino, il Salone del Vino a causa delle ridotte
dimensioni ha consentito, data anche l’assenza di cantine blasonate, “di
concentrare l’attenzione degli operatori su alcuni marchi. Noi abbiamo fatto
buoni affari soprattutto con wine-bar e ristoranti di tutto il Nord Ovest un
mercato certamente significativo”. Decisamente meglio dell’edizione 2003
è questo il giudizio complessivo del Consorzio del Brunello di Montalcino
anche perché “abbiamo avuto più contatti con ristoratori, wine-bar ed
enoteche. Un dato molto positivo - afferma Maurizio Botarelli - è stata la
presenza di qualificati ed importanti importatori e buyers internazionali”.
Dunque un Salone del Vino che ha fatto cogliere alle cantine che vi hanno
partecipato solide opportunità commerciali, riaprendo le frontiere al vino made in Italy.

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