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ECONOMIA E MERCATO

Scusate il ritardo: le aziende del Food & Beverage sotto la media per la puntualità nei pagamenti

Nonostante timidi segnali di ripresa, la situazione rimane difficile per un settore che abbraccia 629.200 aziende
BEVERAGE, CRIBIS, FOOD, ITALIA, PAGAMENTI, Italia
Ancora elevati i ritardi di pagamento del food & beverage in Italia, analisi di Cribis

Un piccolo passo avanti c’è stato ma la situazione non rimane immune da criticità. Secondo lo Studio Pagamenti Cribis, aggiornato a settembre 2018, analizzato da WineNews, tutti i comparti del settore Food & Beverage, nonostante un debole miglioramento, registrano performance di pagamento al di sotto del dato nazionale.
La “pagella”, a livello generale, riguardo ai tempi di pagamento delle aziende italiane verso i loro fornitori, è ancora insufficiente, nonostante i timidi segnali di riscossa. E non è una novità. Parliamo di un settore, quello del Food & Beverage, di primo piano perché abbraccia ben 629.200 aziende italiane che si suddividono a loro volta in “Horeca” (65,6%), “Commercio al Dettaglio Food/Beverage” (26,6%), “Commercio all’Ingrosso Food” (5,6%), “GD/DO” (1,4%) e “Commercio all’Ingrosso Beverage” (0,8%). La velocità nei pagamenti procede comunque a marce diverse: nel Nord Est e nel Nord Ovest si registrano le prestazioni migliori in tutti i comparti, mentre nel Sud e nelle Isole si riscontrano le maggiori criticità. Da sottolineare che quasi un quarto delle aziende del comparto si concentrano in due regioni: Lombardia (13%) e Lazio (11,4%). La media nazionale, per quanto riguarda la performance di pagamento nei tempi previsti dalla legge, si attesta al 36,3%, quella del settore Food & Beverage si ferma al 19,18%. E quasi 2 aziende su 10 (il 18,18%, la media nazionale è dell’11,3%) pagano oltre i 30 giorni i fornitori.
Un orizzonte ancora distante se consideriamo che è il “Commercio all’Ingrosso Food” a guidare il gruppo dei settori più virtuosi del comparto con il 25,2% “di puntualità” verso i fornitori ma in calo sia rispetto al 2010 (-8,7%) che allo stesso periodo del 2017 (-4,2%). La “maglia nera” è per il settore “GD/DO”, ovvero quello della Grande Distribuzione/ Distribuzione Organizzata che lo scorso settembre ha confermato di essere il “fanalino di coda” del gruppo: qui solo solo il 14,5% delle imprese paga con regolarità i propri fornitori. Tempi lunghi anche per il settore “Horeca” dove sono il 17,5% le imprese che pagano alla scadenza i fornitori (dato stabile rispetto a settembre 2017), a fronte del 22,8% di aziende con ritardi oltre i 30 giorni (+130% rispetto al 2010). In calo pure il “Commercio al Dettaglio Food&Beverage” dove sono meno di un quinto (il 18,9%) le imprese puntuali nei pagamenti (-10,8% rispetto al 2010 e - 4,4% nel confronto con settembre 2017) ma in questo caso le aziende con ritardi superiori ai 30 giorni (il 20,2%) sono diminuite del 3,8% guardando alle statistiche dello stesso periodo del 2017. Un cambio di tendenza lo troviamo nel settore “Commercio all’Ingrosso Beverage” che rappresenta comunque lo spicchio più piccolo della torta (0,8%): qui il 19,8% delle imprese registra pagamenti puntuali verso i fornitori con un aumento del 21,5% rispetto al 2010 e del 10,6% rispetto a marzo 2017.
Rispetto al quarto trimestre del 2010, il terzo del 2018 è ovunque negativo se analizziamo i pagamenti con ritardi superiori ai 30 giorni: -3,5 % per il “Commercio all’Ingrosso Beverage”, -2,8% per il “Commercio all’Ingrosso Food”, -1,2% per la “GD/DO”, -4,8% per il Commercio al Dettaglio Food&Beverage” e addirittura -12,9% per il settore “Horeca” che rappresenta ben oltre la metà delle imprese del comparto. Sempre in riferimento a questo periodo è sempre in discesa, ad eccezione del “Commercio all’Ingrosso Beverage” (+3,5%), il trend dei pagamenti puntuali. Se la media nazionale è scesa dal 37,5% al 36,3%, il “Commercio all’Ingrosso Beverage”, pur come detto in risalita, si ferma al 19,8%. Il “Commercio all’Ingrosso Food” dal 27,6% è passato al 25,2% ma fa ancora peggio la “GD/DO” (dal 21,3% al 15,3%) e il settore “Horeca” (dal 25,5 al 17,5) con la tendenza al ribasso che coinvolge anche il “Commercio al Dettaglio Food&Beverage” (dal 21,2% al 18,9%).Numeri che testimoniano come la crisi non sia affatto finita. E che il campanello d’allarme continua a suonare: il ritardo dei pagamenti può infatti mettere a repentaglio l’intera catena commerciale coinvolgendo pure quelle aziende in salute che rischiano di finire, senza colpa, in una situazione difficile.

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