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Se a Bordeaux la Cité du Vin viaggi a gonfie vele, a Beaune il progetto della Cite des Vins de Bourgogne aspetta la posa della prima pietra, ma il mondo enoico non è convinto, e il Bivb deciderà a dicembre se investire o meno sulla Cité

A quattro mesi dall’apertura, la Cité du Vin viaggi a gonfie vele, con 130.000 visitatori ed un calendario di attività in continua evoluzione. Insomma, se si lascia da parte la “gaffe” dei diritti d’immagine ed intellettuali della Cité, riacquistati dal Comune per 450.000 euro dalla società che ha firmato il progetto, lo studio parigino Xtu, il vino sembra proprio aver trovato la sua casa, a Bordeaux. Ma ciò non toglie che possa averne un’altra, nel cuore della Borgogna, regno del Pinot Nero: a Beaune, infatti, sorgerà la Cite des Vins de Bourgogne, dedicata ai vini di Borgogna ed ai suoi “climats”.
La posa della prima pietra è prevista per il dicembre del 2017, su otto ettari alla periferia della città, a pochi passi dal Centro Congressi, dove sorgeranno un centro d’“Interprétation des Climats et des vins de Bourgogne”, per scoprire la viticoltura della Regione attraverso un approccio pedagogico e ludico, negozi e servizi di alta gamma, in linea con quelle che sono le peculiarità del mondo enoico e del lusso in Borgogna, e ancora un hotel 5 stelle e ristoranti.
Il progetto, presentato già nel 2013, avrà un costo totale di 36 milioni di euro (molto superiore ai 10 milioni inizialmente previsti), e sarà finanziato per un terzo da risorse pubbliche, per il resto dai privati, compresi i produttori di Borgogna, riuniti nel Bivb - Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne, coinvolto sin dall’inizio nel progetto, almeno per quanto riguarda l’aspetto contenutistico.
Diverso il discorso economico, perché quello che sembrava, fino a pochi giorni fa, un impegno certo o quasi, è tornato in discussione: ci sono voci discordanti nella filiera vitivinicola di Borgogna, non tutti sono certi di partecipare in prima linea alla costruzione della “Cite des Vins de Bourgogne”, un progetto oneroso che non convince appieno. E allora, si dovrà attendere l’assemblea del Bivb di dicembre, quando i 90 rappresentanti del mondo enoico voteranno, a scrutinio segreto, sul coinvolgimento diretto, o meno, del Bureau. E, avvertono, non basterà una maggioranza risicata per andare avanti, ci vorrà un sì convinto che abbracci tutti gli attori della Borgogna del vino.

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