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Se c’è un continente su cui puntare, per crescita futura dei consumi enoici, è senza dubbio l’Africa, che ha enormi potenzialità per l’export europeo, anche se ostacoli da superare sono molti, con logistica, burocrazia e corruzione in prima linea

Se c’è un continente su cui puntare, in quanto a crescita futura dei consumi enoici, è senza dubbio l’Africa, che ha enormi potenzialità per l’export europeo, anche se gli ostacoli da superare sono molti, con logistica, burocrazia e corruzione in prima linea. Ma il gioco vale la candela, visto che i francesi sono già scesi in campo da qualche anno, alla ricerca di nuovi mercati di sbocco, e trovandoli in quei Paesi in cui l’economia galoppa e gli stili di vita vanno verso un’occidentalizzazione, come Etiopia, Kenya e Tanzania, dove la Francia, pioniere in questo campo, ha già da tempo gettato i primi ponti commerciali, come emerso dal panel di scena all’ultimo Vinexpo di Bordeaux, “Africa, the future destination for wines and spirits”, ripreso dalla Uiv - Unione Italiana Vini (www.uiv.it).
Nel Continente Nero le previsioni dicono che i consumi toccheranno quota 1,4 miliardi di dollari nel 2020, e solo nel 2013 gli africani hanno consumato 72 milioni di litri di vino, equivalenti a 864 milioni di bottiglie, +17,3% sul 2009, destinati ad arrivare a 82 milioni di litri entro il 2018 (+11% sul 2014), mentre nel prossimo decennio l’incremento sarà addirittura del 33%, a fronte di un tasso mondiale medio di crescita del 6%.
Le opportunità sono allettanti, perché oltre ai Paesi citati sopra, con un mercato del vino già esistente e in vigorosa crescita, ve ne sono altri dove potrebbe sbocciare o consolidarsi, come Repubblica Democratica del Congo, Angola, Costa d’Avorio e Nigeria, da qualche mese divenuta la prima economia africana.
Questi sbocchi potenziali non sono però scevri da ostacoli: burocrazia, corruzione, difficoltà logistiche e inefficienza sono i maggiori nemici per gli esportatori. E poi, c’è la concorrenza del Sudafrica, così come quella degli altri Paesi dell’emisfero Sud, ma anche curiosità come i 1.500 ettari di vigneti già presenti in Etiopia, o le buone performance delle bollicine (Champagne e Prosecco), nella consapevolezza che un piano di comunicazione ad hoc, per conquistare l’Africa, sarà fondamentale.

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