La funzione principale di una cantina cooperativa è quella di garantire ai soci il giusto reddito, pagando un prezzo equo per le uve, e di produrre vini di qualità capaci di stare sul mercato. Un’equazione all’apparenza semplice, ma che semplice non è. Risolta, nel cuore della Maremma Toscana, dalla Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano, punto di riferimento per l’intero territorio, che controlla 700 ettari. Per una buona parte destinati alla produzione di Morellino, gli altri agli Igp, perlopiù a base Sangiovese e Vermentino, che finiscono sugli scaffali della Gdo e nelle carte dei vini dei ristoranti di mezzo mondo, per la soddisfazione dei 170 viticoltori soci della cooperativa.
Contadini, vignaioli, che, per mille motivi diversi, a volte si ritrovano nella condizione di dover vendere quei pochi ettari che conducono da decenni. Molto spesso, il motivo è persino banale: la vecchiaia avanza, i figli hanno preso strade diverse, e il lavoro in vigna diventa insostenibile. Puntualmente, ad investire sui vigneti del Morellino sono stati quasi sempre i grandi imprenditori del territorio, più di rado le piccole aziende o gli stessi soci della cooperativa, con i Vignaioli del Morellino di Scansano a guardare. Almeno fino a quando “ci siamo stancati di restare a guardare, ed abbiamo deciso di agire - racconta a WineNews il direttore Sergio Bucci - con un progetto ambizioso, con cui la cooperativa investe direttamente sui vigneti”. Il progetto si chiama “Poderi di Toscana”, e il primo passo l’ha mosso poche settimane fa, “con l’acquisto di tre ettari vitati a Morellino di Scansano, nel comune di Magliano, da un nostro socio, pagati 300.000 euro, ossia il prezzo di mercato”.
“La costituzione di questa nuova società, che fa capo direttamente alla Cantina - continua il dg Sergio Bucci - è il primo passo verso la creazione di un nuovo marchio di eccellenza. È in questa direzione che convoglieremo in futuro alcuni progetti innovativi, sempre strettamente legati al territorio e ai vitigni più tipici della zona. L’idea è nata dalla necessità di salvaguardare il patrimonio vinicolo della cooperativa, ma l’obiettivo di lungo respiro è la creazione di una nuova azienda, controllata al 100% dalla stessa cooperativa. Siamo sempre propensi alla gestione più che all’acquisizione, ma se l’intenzione è di vendere sapremo farci trovare pronti”.
Il nome, “Poderi di Toscana”, non è casuale, perché se i primi passi sono a corto raggio, i prossimi non si pongono limiti. “Non guardiamo solo ai vigneti dei nostri soci, anzi, in futuro potremmo guardare anche altrove, alle Doc e Docg limitrofe, quindi Maremma e Montecucco, a quella ancora più prestigiose, come Montalcino e Bolgheri. Pensando quindi ad un nucleo aziendale dove lavorare poi le uve dei nuovi vigneti”. Una visione ambiziosa, che Sergio Bucci definisce come “un modo di lavorare cooperativistico ma che ragiona in maniera imprenditoriale, con i risultati che comunque saranno redistribuiti tra i soci, a partire da quelli di questi primi tre ettari”.
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