Se la Toscana del vino fa il suo ingresso a Palazzo Vecchio: con Piero Antinori, dal 1966 alla guida della storica cantina di famiglia, oggi una delle realtà più importanti nel panorama vinicolo internazionale, nelle vesti di autore letterario di “Il profumo del Chianti. Storia di una famiglia di vinattieri”, presentato ieri a Firenze nella Sala degli Elementi dell’antico palazzo, con il sindaco Matteo Renzi a fare gli onori di casa e Gaddo della Gherardesca, alla guida di Tenuta di Biserno, cantina tra le più famose di Toscana e nel mondo. Nel volume (Edizioni Mondadori, già recensito da Winenews, nei giorni scorsi), per la prima volta, Piero Antinori, racconta la storia degli Antinori e lo fa in un momento in cui l’azienda si avvia verso un nuovo, lungo futuro sotto la guida delle tre figlie, Albiera, Allegra e Alessia.
Ma come si raccontano oltre seicento anni di storia famigliare, sei secoli di vigne, un cinquantennio passato “dietro la scrivania grande di palazzo Antinori”, e una ricetta della qualità composta in una vita di incontri, esperimenti e vittorie? Piero Antinori lo fa partendo da ciò che conosce meglio, le sue creature: sette etichette, alcune celeberrime, altre inedite, a scandire una storia. E dentro questa storia c’è tutto. Gli Antinori banchieri e guerrieri, poeti e viaggiatori. Gli eroi della moderna enologia - quelli grandissimi, come i più umili e misconosciuti - in presa diretta. C’è la Toscana disastrata del dopoguerra che diventa icona globale di stile e la Nuova Frontiera californiana. C’è un’“impresa Italia” che vince ogni crisi con dedizione e fantasia. E c’è il vino, con i suoi riti e i suoi “dietro le quinte”. Il vino, segno di civiltà, che sa tirare fuori il meglio di un uomo, salva i paesaggi, genera arte e poesia.
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