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Semplificazione burocratica e del sistema dei controlli e delle sanzioni, il riconoscimento giuridico del “vitigno autoctono”, il vino patrimonio nazionale: istituzioni e filiera sul “Testo Unico” del vino. Che prosegue il suo iter in Parlamento

Un testo che in 89 articoli raccoglie e mette a sistema la complessa normativa del vino del Belpaese, con innovazioni importanti sul fronte della “semplificazione burocratica e degli adempimenti dei produttori, del sistema dei controlli e delle sanzioni (con l’introduzione del ravvedimento operoso), del riconoscimento giuridico del “vitigno autoctono”, e su pratiche vinicole che allineando ancora di più l’Italia all’Europa, e il vino riconosciuto come patrimonio nazionale dell’Italia ecco gli atout del “Testo Unico” del vino, approvato in Commissione Agricoltura alla Camera, nei giorni scorsi, e presentato oggi a Vinitaly, e spiegati dal relatore, Massimo Fiorio.

“Un testo per cui ringrazio tutti i parlamentari e le organizzazioni della filiera che hanno collaborato - ha detto il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina - e che ci porta all’avanguardia in Europa sul fronte della legislazione vinicola. In un percorso che ora deve compiersi il prima possibile, perché sarà una eredità per il futuro, per i prossimi 50 anni del vino italiano, e per fare esprimere al meglio tutte le potenzialità di questo settore straordinario”.

Il testo approvato in Commissione Agricoltura alla Camera, ha spiegato il presidente Luca Sani, “ora è in attesa di pareri di altre commissioni, e poi tornerà in Commissione agricoltura. Dove speriamo di poterlo approvare definitivamente all’unanimità con tutti i gruppi parlamentari, in modo da non doverlo così ridiscutere alla Camera, e mandarlo direttamente in Commissione Agricoltura in Senato dove, se non ci saranno obiezioni, speriamo che l’iter sia spedito e si arrivi all’approvazione definitiva. Un testo che ha richiesto un lavoro lungo e attento come questo settore merita - ha aggiunto Sani - e dove tra le altre cose si sancisce anche a livello normativo che il vino è patrimonio nazionale, e questo può dare il via ad altri provvedimenti importanti per la valorizzazione e la tutela di questa eccellenza dell’Italia”.

In attesa che il testo entri in vigore, però, con l’iter parlamentare che lo aspetta, è generalizzata la soddisfazioni delle organizzazioni di categoria.

“Il Testo unico del vino è il risultato di un ottimo lavoro di squadra - commentano in una nota congiunta Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Unione Italiana Vini, Federdoc, Federvini e Assoenologi - condiviso da tutte le organizzazioni rappresentative della filiera vitivinicola italiana. La politica ha dimostrato grande capacità di ascolto e di confronto, ma anche di decisione per offrire ai produttori un testo che va nella direzione della razionalizzazione e della semplificazione. Il documento contiene elementi di innovazione importanti per sostenere la competitività del settore vitivinicolo la cui bilancia commerciale sull’export è in attivo di oltre 5 miliardi. Ora è importante procedere in tempi rapidi all’approvazione definitiva, così che il settore possa contare su questo importante strumento di semplificazione per le imprese”. Anche se, ha sottolineato il dg Federvini Ottavio Cagiano a WineNews, “ricordiamoci che è un testo che non guarda alla prossima vendemmia ma ai prossimi 50 anni del vino italiano, e quindi è doveroso fare in fretta, ma fare bene analizzando tutto nei dettagli e sistemando anche le poche piccole cose che ancora devono essere perfezionate”.

In ogni caso arrivare ad un corpo normativo unico “rappresenta una svolta significativa in materia di produzione, commercializzazione e controlli del settore vitivinicolo - aggiunge Domenico Zonin, alla guida di Unione Italiana Vini - il testo prevede semplificazioni in materia di controlli dei vini Dop e Igo, che rappresentano più del 50% della produzione vitivinicola Italiana, cosa che significa, a livello pratico, meno burocrazia e meno costi per le aziende. E ancora contro il fenomeno della contraffazione è prevista l’attivazione di sistemi innovativi e tecnologici di tracciabilità, per i vini Dop e Igp, alternativi al contrassegno di Stato. Il testo contiene novità anche nell’ambito delle regole di gestione delle produzioni, etichettatura e sistema sanzionatorio, grazie all’introduzione degli strumenti della diffida e del ravvedimento operoso”.

Positivo anche il parere della Coldiretti, che però sottolinea: “mentre in Italia si punta alla semplificazione con il varo del testo unico sul vino, a Bruxelles si lavora a nuovi oneri burocratici per fermare le esportazioni dei piccoli produttori di vino che in Italia rappresentano lo zoccolo duro del settore. L’Unione Europea - ha detto il presidente Roberto Moncalvo - sta lavorando ad una nuova definizione di piccolo produttore di vino escludendo quanti esportano che perderebbero cosi tutti i benefici di semplificazione con obbligo anche all’utilizzo del documento doganale informatizzato. Un danno che colpirebbe gran parte del sistema vitivinicolo nazionale che dovrebbe affrontare i ritardi provocati dal nuovi carichi burocratici con pesanti costi aggiuntivi per le tantissime imprese di dimensioni ridotte che hanno puntato sull’export. A oggi su un totale di 48.000 produttori di vino solo 2.500 superano i 1.000 ettolitri di produzione che li obbliga a questi adempimenti mentre al contrario sono ben 45.500 quelli che ne sarebbero colpiti”.

Un pericolo denunciato, dunque, a ridosso del primo via libera parlamentare del testo unico sul vino “che si pone l’importante obiettivo di tagliare del 50% il tempo dedicato in Italia alla burocrazia che dal vigneto alla bottiglia rende necessario adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti che richiedono almeno 100 giornate di lavoro per ogni impresa vitivinicola per soddisfare le 4.000 pagine di normativa che regolamentano il settore”.

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