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Sette / Corriere Della Sera

Chi beve vino campa cent’anni (e questa volta lo dicono i medici). Che il rosso francese facesse bene lo si sapeva da tempo. Ora, però, due ricerche americane hanno scoperto che una delle molecole può letteralmente allungare la vita. Almeno in laboratorio ... In vino veritas, dicevano i latini. Ma anche in vino salus, aggiungiamo oggi, visto che questo prodotto potrebbe arrivare a farci campare fino a cent’anni. La prossima volta che andate al ristorante e chiedete un buon rosso, non stupitevi se il sommelier, oltre a decantarvi il retrogusto fruttato, vi tesserà anche gli elogi del C14 O3 H12. E’ questa la formula chimica della molecola del resaveratrolo che si trova nel vino (dai 2 ai 15 microgrammi ogni litro di mosto), un antiossidante, anticanceroso e cardioprotettivoche, da studi americani recentissimi, farebbe addirittura funzione di “elisir” di lunga vita. Sulla prestigiosa rivista Nature sono stati pubblicati i risultati di uno studio di David Sinclair, della Harvard Medical School, in cui si mostra che il resveratrolo prolunga la vita nei lieviti di birra del 70%. Mentre un’altra ricerca, condotta da Mark Tatar della Brown University, ha verificato effetti simili sui moscerini della frutta. Nello studio sulle diverse sostanze ansietà contenute negli alimenti (i cosiddetti antiossidanti che combattono i radicali liberi, principali responsabili dell’invecchiamento cellulare), il resveratrolo (presente in natura in una settantina di varietà di piante tra cui anche il grano saraceno, le arachidi, i lamponi, il gelso) comincia a svelare tutte le sue doti. Finora la più nota era quella della protezione cardiovascolare. Il resveratrolo è ritenuto infatti tra i responsabili di un fenomeno chiamato dai medici french-paradox: a fronte di una dieta ricca di grassi e abbinata al fumo, i francesi, buoni bevitori, hanno un tasso medio di affezioni cardiovascolari più basso di quanto sarebbe lecito aspettarsi ... E poi perché mai si trova solo nei vini rossi e non in quelli bianchi? “Per fare il bianco non si utilizzano le bucce degli acini, mentre nei rossi la lenta macerazione di queste permette la “trasfusione” della sostanza”, risponde il professor Mario Fregoni, ordinario di Viticoltura all’Università Cattolica di Piacenza, il cui istituto, da lui diretto, è stato il primo in Italia a occuparsi del resveratrolo in quanto composto costituzionale della vite, riscontrabile dappertutto nella pianta: radici tralci, graspi, mentre nelle foglie e negli acini viene sintetizzato solo sotto lo stimolo di agenti esterni, come un attacco di funghi ... E il biochimico francese Jean Pierre Kolb, direttore delle ricerche del Cnrs di Parigi, sottolinea altri ruoli del resveratrolo. “Studiandone l’applicazione in campo medico ci si è resi conto che il resveratrolo può giocare un ruolo importante nell’apoptosi (la naturale morte programmata dalle cellule, ndr), in special modo di quelle cancerose. Inoltre, inibisce un enzima che controlla le basi del Dna: non rendendole più disponibili, blocca così la proliferazione cellulare. Ed ecco allora il suo ruolo in cancerologia. Ma il vero problema che si pone nell’utilizzo curativo del resveratrolo è che questi provoca sì la morte delle cellule malate, ma, in misura minore, anche di quelle sane ... Ma un bicchiere al pasto è consigliato a tutti, specialmente alle donne che desiderano un figlio: Mette Juhl, del Danish epidemiology and science centre di Copenhagen, ha esaminato 30 mila donne compiendo una ricerca su consumo di alcol e fecondità. Risultato? Le astemie impiegano più tempo a concepire rispetto a quelle che devono dai 0,5 ai 7 bicchieri settimanali. E se poi a un buon sorso di vino rosso di montagna abbinate Anche un gustoso piatto di pizzoccheri o di polenta taragna, tipici piatti valtellinesi a base di farina di grano saraceno, la dose di resveratrolo è doppia. Se volete dei gemelli ... (arretrato di "Sette - Corriere della Sera" del 18 settembre 2003)

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