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Sette / Corriere Della Sera

Dai wafer al vino naturale in sudtirolo c’è una stirpe biodinamica ... Il patriarca, erede dell’antica azienda dolciaria, da quarantanni non tocca un biscotto e mangia solo crudo. I figli lo hanno seguito nell’avventura bio-omeopatica, unendo il business alla salute ... Faceva biscotti, wafer che tentano da decenni adulti e bambini. Li produceva e li mangiava in gran quantità. Da bravo commerciante era sempre in giro e pasteggiava spesso al ristorante. Tanto, troppo. Finché
s’è ammalato, “l’apparato digestivo è crollato”. in quel momento che nella mente di Rainer Loacker, che assieme ai due fratelli mandava avanti l’azienda di famiglia creata dal padre austriaco in Alto Adige nel 1925, è scattato qualcosa. “Sono diventato crudista, cioè ho iniziato a nutrirmi esclusivamente di verdura, frutta, noci, cereali crudi, e ho creato la mia prima tenuta vitivinicola biologica, nel maso trecentesco di Schwarhof, fuori Bolzano. Era il 1979 ed ero uno dei precursori in questo campo in Italia, In realtà non ne sapevo un granché, molti mi hanno preso per matto”. Le prime vendemmie sono state un disastro, per abituare un vigneto a passare dal tradizionale al biologico, bandendo la chimica sia in vigna sia in cantina, ci vogliono anni. Poi, ha cominciato a ingranare. Rainer è guarito e la sua esperienza è diventata un progetto di “green business”. Alla prima tenuta se ne sono aggiunte altre: due in Toscana (a Montalcino e in Maremma), una in Austria. E dopo averli provati con successo nei suoi vigneti, nell’83 ha creato anche un’azienda di
prodotti omeopatici, la Loacker Remedia.

Tra Italia, Austria e Francia

L’azienda vinicola ora è guidata dai figli Hayo e Franz Josef. Il primo, dopo gli studi in enologia a Digione, è diventato il “Winemaker” responsabile delle tenute italiane. “Fin da piccolo ero il più coinvolto nella produzione e la mia “formazione francese” ha sicuramente influito nel modo in cui oggi creo il vino”. Senza mai tradire la filosofia del padre, anzi spingendola un po’ oltre: “Visto che la nostra azienda utilizzava già l’omeopatia nelle vigne gli ho suggerito di passare alla coltivazione biodinamica”. Il patriarca non s’è fatto pregare: “Nella biodinamica la pianta ha la stessa dignità dell’uomo, degli animali e anche del sasso, cioè dei minerali”, spiega Rainer. “Biodinamica significa tornare a questo tutt’uno e produrre vini senza erbicidi o pesticidi che fanno perdere al vino la sua naturale forza drenante, quella forza già nota ai tempi del Medioevo che aiuta a eliminare i veleni che si creano con il tempo nell’organismo”. Al primogenito Hannes lavorare in vigna, invece, non piaceva. “Troppo duro, ho scelto di laurearmi in farmacia e dedicarmi all’azienda omeopatica”. L’essere sudtirolese è stato un vantaggio: “Siamo isolati e questo ci avvicina alla natura. Non a caso siamo una delle regioni all’avanguardia nella green economy. Uno stile di vita “naturale” che si rispecchia anche nei metodi di cura. Il consumo pro capite di farmaci più basso d’Italia è in provincia di Bolzano, l’unica con un formulano galenico fitoterapico. Siamo abituati a evitare i medicinali e ad affidarci ai rimedi della nonna. Da noi le contadine vanno nei boschi a raccogliere erbe per le tisane”. Rimedi fitoterapici vecchi e nuovi che Hannes ha deciso di introdurre nell’azienda farmaceutica, diventata leader nel campo della medicina olistica. “Il mio obbiettivo? Che la fitoterapia abbia la stessa dignità della medicina ufficiale anche in Italia, come già avviene in Germania”.

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