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Sette / Corriere Della Sera

Etichette naturali ... Niente chimica di sintesi o sostanze estranee alla frutta e al terroir d’origine. I nuovi prodotti biodinamici a ViniVeri e Vinitaly ... All’ultimo momento sono arrivate anche le suore trappiste di clausura che vivono in un convento a Vitorchiano, Viterbo, e che producono vino bianco con uve locali più o meno come si faceva nel Medioevo (www.trappistevitorchiano.it). Sono queste le sorprese piacevoli che si possono incrociare, dal 24 al 26 marzo, a Vini Veri, la fiera dei vini secondo natura arrivata alla nona edizione (www.viniveri.net). La sede è a Cerea, due passi da Verona e due passi dalla contemporanea kermesse di Vinitaly (25-28 marzo; www.vinitaly.com) che, detto per inciso, quest’anno è entrata un po’ in concorrenza dando vita a Vivit, un padiglione dedicato alle produzioni enologiche fatte da agricolture biodinamiche che ha strappato qualche vignaiolo a Vini Veri. I due appuntamenti, peraltro, sono molto diversi tra loro. A Cerea la sede è come una piazza di paese, l’atmosfera rilassata e tranquilla e, comunque, i vini presentati sono di assoluta eccellenza. Centoventi i produttori che partecipano quest’anno. In genere piccoli per quantità di bottiglie vendute, ma attentissimi a operare senza usare in vigna la chimica di sintesi, evitando di adottare in cantina addizioni e stabilizzazioni “forzate” e rigorosi nel non impiegare sostanze estranee alla frutta d’origine e al terroir che l’ha generata. Tutto secondo una regola stabilita dal Consorzio ViniVeri che ricerca il miglior equilibrio tra azione dell’uomo e cicli della natura.
In mostra, oltre ai prodotti delle suore di Vitorchiano, vini ormai rari e duri da ottenere, come quelli del vigneto di Ansonico sulle terrazze a picco sul mare dell’isola del Giglio. E poi anche una ventina di marchi francesi (Borgogna, Bordeaux e Champagne, fra gli altri), insieme ad altri di origine croata, austriaca e spagnola. E per la prima volta, questa edizione vedrà la presenza anche di due vignaioli georgiani che vinificano nel kvevri, ovvero le anfore di terracotta interrate.
A fianco della fiera, il primo giorno, è previsto anche un convegno intitolato il vino naturale tra presente e futuro: un appuntamento dove difficilmente si udirà la parola crisi, visto che questo tipo di produzioni si sta rapidamente espandendo, fino a conquistare nicchie di eccellenza pure fra i più celebri dei grand cru di Borgogna.

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