02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Sette / Corriere Della Sera

Ora si investe in vino e arte ... Gli hedge fund scoprono il lussuoso superfluo”. È nata la nuova finanza trendy ... Per i poveri, in tempi di economia depressa e con poche prospettive di recupero, il flagello è la perdita del lavoro. Per i ricchi l’incubo è quello di veder svanire un pezzo del loro patrimonio che non riescono più a difendere. Si perde in Borsa, calano i valori immobiliari, aziende
gloriose e governi a rischio “default”. Ecco, così, il “boom” di Bot e Btp americani e tedeschi: non rendono nulla, ma almeno sono un “materasso” sicuro. Così, almeno, pensano i risparmiatori Usa. I più audaci diversificano: con Facebook è andata male e allora si tenta con le società minerarie australiane, quelle petrolifere canadesi, i fondi agroindustriali sudamericani. Esotico per esotico, adesso c’è anche chi propone i fondi “vintage”, basati su un patrimonio fatto di beni collezionabili: opere d’arte, auto d’epoca, perfino bottiglie di vino rare, di annate speciali.
Un gruppo finanziario del quale fa parte anche il batterista dei Pink Floyd, Nick Mason, sta raccogliendo risorse per lanciare un fondo di auto d’epoca che, giurano i promotori (sulla base di cosa?), darà un rendimento di almeno il 15 per cento. Intanto un altro gruppo, stavolta svizzero, sta lanciando proprio in questi giorni un fondo analogo, “The Classic Car Fund”, che promette un rendimento ancora superiore. Poi ci sono i fondi d’arte o quelli che trattano gioielli antichi. C’è in pista anche un italiano, il “trader” divino Sergio Esposito (nella foto), titolare, negli Usa, della Italian Wine Merchants, che ha creato, già da qualche anno, il “The Bottled Asset Fund”. Piccoli strumenti finanziari ai quali qualche investitore ricorre per diversificare, fare “hedging”, ma anche perché la cosa ha un sapore “trendy”. L’idea di base è che l’America in declino ha ancora tanti gioielli da mettere sul mercato: “oggetti del desiderio” che non esistono, per esempio, nell’Asia dei nuovi ricchi. E poi sono fondi basati su beni reali, tangibili. Cosa che non guasta, in tempi di grande volatilità che, ormai, coinvolge anche le valute. Ma gli scettici non mancano: si tratta di una piccola nicchia, sono fondi illiquidi. E poi nessuno sa dove andrà a finire, in caso di aggravamento della crisi, il mercato del “lussuoso superfluo”. Solo per gente dal cuore forte.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su