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La Riserva Alpina? Nel bicchiere è sorprendente ... Il Brut Piancastello di Endrizzi e la nuova guida... I Metodo Classico Riserva sono un magnifico mondo a parte. L’evoluzione negli anni degli spumanti li trasforma, li arricchisce, li fa diventare sorpredenti. È la lunga sosta del vino a contatto con i lieviti a dare rotondità, con profumi di frutta secca e spezie. Un esempio? Il Piancastello Riserva 2017 di Endrizzi. È la bottiglia che ha appena vinto il campionato mondiale degli sparkling wine nella categoria Brut Vintage. Ed è una dei dieci suggerimenti che una componente storica della giuria di quel campionato, la master of wine finlandese Essi Avellan, offre ai lettori di Bollitine, bere bene per le feste, la nuova guida del Corriere della Sera (in edicola assieme al quotidiano a 9,90 euro). Ottanta le bottiglie recensite, di tutte le più importanti zone spumantistiche italiane, dal Trentodoc alla Franciacorta, dalle terre del Prosecco quelle dell’Oltrepò — e dell’Alta Langa. Un vademecum per scopire i passi da gigante compiuti dalla spumantistica italiana. Spiega Avellan: “Endrizzi ha una storia di oltre 130 anni, quando ancora il territorio apparteneva all’imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe”. Ora alla guida ci sono Paolo Endrici con la moglie Christine e figli Lisa Maria e Daniele. “La prima fermentazione del Piancastello Riserva avviene parzialmente in barrique”, racconta Essi “ma il rovere è appena percettibile al naso. Dal punto di vista dello stile, Piancastello si presenta non molto tostato, è anzi piuttosto fresco e moderatamente fruttato, succoso e persistente. Una vera finezza”.

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