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VINO & MARKETING

Sì al “Sistema Prosecco”, no alle “Colline del Prosecco” senza Conegliano Valdobbiadene

Per rafforzare la tutela del marchio nasceranno un codice etico e un linguaggio di comunicazione comuni tra Consorzio Docg, produttori e istituzioni
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Le Colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Patrimonio Unesco. Credit: Arcangelo Piai

Sì al “Sistema Prosecco”, no alle “Colline del Prosecco” senza Conegliano Valdobbiadene: in estrema sintesi, ruota attorno a queste due scelte la questione discussa nelle ultime settimane tra i principali attori del territorio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg Patrimonio Unesco. Che, da un lato, di fronte al successo crescente delle bollicine nel mondo, per tutelare il marchio a partire anche dalla località che dà il nome, Prosecco, a Trieste, hanno negli ultimi decenni fatto “sistema” tra le diverse Denominazioni, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, il Prosecco Doc e l’Asolo Prosecco Docg, “allargando” il distretto e abbracciando Veneto e Friuli Venezia Giulia; dall’altro, proprio il riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene ha riportato in evidenza la loro unicità. Ma le necessità di un marketing e di una comunicazione più semplice e diretta, come spesso avviene, ha portato anche a chiamarle “Colline del Prosecco” o “Prosecco Hills”. E così era scritto sul servizio Trenitalia/Mom di bus navetta “Prosecco Hills Link”, il cui tour, partito nei giorni scorsi per portare i turisti alla scoperta delle colline della Docg da Conegliano a Valdobbiadene, è stato breve, interrotto dalla richiesta dei produttori di aggiungere al nome Conegliano-Valdobbiadene, così come nella segnaletica del “Cammino delle Colline del Prosecco”, promosso dall’Associazione per il Patrimonio delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene, per non veicolare una comunicazione incompleta e fuorviante, ma aumentare la consapevolezza della Denominazione e differenziare il Prosecco Docg dagli altri prodotti.
Se queste sono cronaca e premesse, è di oggi l’esito dell’incontro tra il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg e i proponenti della lettera inviata al Consorzio, al Presidente della Regione Luca Zaia, all’Associazione Unesco e Trenitalia, per il cambio di nome, nel quale si sono ribaditi, e sono stati condivisi nuovamente, i pilastri valoriali sulla base dei quali poggia la comunicazione e la promozione della Denominazione. In particolare, è stato condiviso di rafforzare ulteriormente l’attività di tutela e vigilanza del marchio e, dopo ampia discussione, spiega una nota del Consorzio, “sono state tracciate le linee guida di una proficua collaborazione tra Consorzio e territorio. Il primo intento sarà la stesura di un codice etico promosso dal Consorzio che dovrà essere condiviso con tutti i soci e le istituzioni territoriali. Inoltre, sarà indispensabile definire un linguaggio comune nella comunicazione del territorio, al fine di evitare confusione o disorientamento, rispettando i principi di tutela, ulteriormente rafforzata, che il Consorzio ha nel suo Dna. Sarà pertanto fondamentale un maggior coordinamento con tutti gli attori, in primis con l’Associazione per il Patrimonio delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene, per adottare un lessico comune e incontrovertibile”.
“Di fronte a questo acceso dibattito sul nome attribuito a servizi e attività di promozione turistica operanti sul territorio, non possiamo che fare la nostra parte di supporto a tutto ciò che va nella direzione che porti a una soluzione che unisca tutti a favore e nel rispetto del nostro territorio e del suo futuro - afferma la presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Elvira Bortolomiol - grazie alla volontà reale di giungere a un accordo si è anche rinforzata tra le parti la convinzione che lavorare in un clima di trasparenza e di reciproco scambio sia l’unica modalità per rispettare i valori comuni della Denominazione. Abbiamo sottolineato e condiviso che all’interno di una realtà associativa è importante mantenere una corretta condotta basata sul confronto e la condivisione. Ritengo che questi siano i pilastri fondamentali per un dialogo volto veramente a tracciare il futuro di questo territorio”.
Gli autori della lettera inviata nei giorni scorsi e accompagnata da una raccolta firme di 160 produttori, spiegavano come “per migliorare la competitività e la visibilità dell’intero Sistema Prosecco, prima che le fughe in avanti e l’eccessivo amor di campanile indeboliscano e inaridiscano le numerose e pur interessanti iniziative, è necessario avviare una reale collaborazione tra il Consorzio del Prosecco Docg e gli altri Consorzi (Doc e Asolo)” come “strategia chiave per ottenere maggiore riconoscimento a livello globale e per beneficiare della condivisione delle risorse, dell’esperienza e delle conoscenze, nonché di una maggiore forza negoziale nei confronti dei mercati internazionali. È importante che la collaborazione sia gestita in modo equo e trasparente, con un focus sulle sinergie positive e con l’obiettivo di promuovere la qualità e l’autenticità del Prosecco Docg, Doc e Asolo: sicuramente potranno sorgere ostacoli nel bilanciare gli interessi di diversi territori e produttori, ma, se ben gestite, queste sfide possono essere superate a beneficio di tutti i soggetti coinvolti”. Per gli autori della lettera “in primo piano, c’è la definizione degli obiettivi comuni e condivisi, allo scopo di pianificare e allocare solidamente le risorse: si tratta soprattutto di identificare aree in cui le competenze e le risorse dei Consorzi si completano reciprocamente. È essenziale poi instaurare canali di comunicazione aperta e trasparente, per prevenire incomprensioni e conflitti, definire ruoli e responsabilità per un utilizzo efficiente delle risorse, creare una struttura decisionale per evitare dispute e rallentamenti, condividere le risorse (intellettuali e materiali) e monitorare collegialmente l’avanzamento delle attività. La strategia di collaborazione tra i Consorzi del Prosecco è promettente e può portare a una maggiore competitività e visibilità a livello globale, purché ci sia da parte di tutti la volontà di praticare una comunicazione aperta, di adattarsi alle mutevoli condizioni del mercato e di mantenere l’obiettivo di promuovere la qualità e l’autenticità del Sistema Prosecco”.
Produttori formalmente invitati a un dialogo pubblico anche dalla presidente dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Marina Montedoro, con l’intento di trovare una soluzione utile per l’intero territorio, e ritrovare l’armonia necessaria per continuare a lavorare con l’obiettivo di tutelare un patrimonio unico nel suo genere.

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