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SI AVVICINA LA PASQUA: CONSUMI IN CALO E PREZZI DEI PRODOTTI TIPICI IN SALITA. TRA CHI SI CONCEDERA’ UN WEEK END DI VACANZA, IL 28% SCEGLIE L’AGRITURISMO, E PER CHI AL RISTORANTE PREFERISCE UN PRATO ECCO LA “CASSETTA TAKE AWAY” (BY TENDA ROSSA)

“Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”. Ma come sarà, tra consumi in calo e prezzi che continuano a correre, la Pasqua degli italiani? Si farà sicuramente attenzione al portafogli, ma saranno in molti a pienare i locali, mentre chi volesse coniugare la qualità del ristorante con la libertà di trascorrere una Pasqua diversa, nel giardino di casa o su un prato (tempo permettendo), arriva la “Cassetta take away”, l’idea del ristorante Tenda Rossa di Firenze che mette in scatola un menu completo, subito pronto e facile da servire. Chi, invece, resterà a casa (l’82% degli italiani), dovrà fare i conti con un aumento dei prezzi che non risparmia nemmeno le uova di cioccolata, mentre tra quel 18% di fortunati che si concederanno un viaggio nel periodo pasquale (percentuale identica al 2011), ben il 28% (+3% sul 2011) sceglierà uno delle migliaia di agriturismi dello Stivale, con Toscana, Trentino, Puglia, Umbria e Sicilia a farla da padrone.
Sarà, come detto, una Pasqua di consumi in calo, ma di prezzi dei prodotti tipici in aumento. Lo prevedono Adusbef e Federconsumatori, secondo cui, nonostante la crisi, si registrano rincari mediamente intorno al 2-3%. In particolare, per l’uovo di cioccolata medio di marca e per la colomba si spenderà il 5% in più rispetto allo scorso anno, per un kg di agnello il 3% in più e per uno di abbacchio il 2% in più. Il salame tipico, la corallina, registrerà un incremento del 3%.
“A fronte del fortissimo calo dei consumi, che ha intaccato persino il settore alimentare, determinando nel 2011 una caduta in questo comparto del 4,8% - spiegano le due associazioni - ci saremmo aspettati piuttosto una diminuzione dei prezzi che, invece, continua a non avvenire”. A crescere maggiormente sono i prezzi delle colombe e delle uova di cioccolata, che variano dal 2 al 5%: in particolare, per l’uovo medio si prevede un prezzo di 12,90 euro (+5%) e per quello piccolo di 8,50 euro (+2%). L’uovo decorato, invece, subirà una flessione del prezzo del 3% a 28 euro. In aumento del 5%, infine, i classici ovetti (29 euro al kg). La colomba normale avrà un prezzo medio di 6,30 euro, quella farcita di 8,20 euro (+2%). Per quanto riguarda le uova di gallina, per la confezione da sei si spenderanno 1,99 euro (+2%), per quella da 10 2,75 euro (+4%). Rincari più contenuti, invece, per le carni: per l’agnello si prevede un prezzo di 19,50 euro al kg (+3%), per l’abbacchio di 19,80 (+2%), per il coniglio di 10 euro (+2%), per il petto di pollo 9,30 euro (+1%), per il tacchino 13,20 euro (+2%). Le due associazioni propongono anche un decalogo per risparmiare, suggerendo, ad esempio di non farsi attrarre troppo dalle confezioni o di non ridursi all’ultimo momento per gli acquisti, visto che a ridosso delle feste i prezzi possono ancora lievitare.
Ma tra quelle sode per la colazione, quelle dipinte a mano per abbellire le case e le tavole apparecchiate, quelle consumate in ricette tradizionali o in prodotti artigianali e industriali, quante saranno le uova “ruspanti” consumate nella settimana Santa? Secondo la Coldiretti, 400 milioni, un numero superiore di quasi dieci volte a quelle di cioccolata e che ad essere preferite sono quelle garantite senza ogm e biologiche. Una tradizione, quella delle uova “naturali”, che resiste nel tempo con piatti come “vovi e sparasi” in Veneto, torta pasqualina in Liguria, la pastiera in Campania e la scarcedda in Basilicata continuano a rimanere presenti sulle tavole della Pasqua. Complessivamente si stima che gli italiani spenderanno quasi 100 milioni di euro nell’acquisto di uova di gallina da consumare direttamente o nella preparazione di primi piatti e dolci, con un risparmio notevole rispetto alla cifra spesa per quelle dolci di cioccolato.

Focus - Gli italiani e le vacanze di Pasqua, by Agriturismo.it e Travelfool.it
Anche quest’anno il 18% degli italiani partirà per le vacanze di Pasqua: è quanto emerge da un recente sondaggio condotto a marzo su oltre 4600 utenti, da Agriturismo.it, la guida all’agriturismo di qualità in Italia, in collaborazione con Travelfool.it, il sito con le migliori offerte di viaggio del web. Un dato che fa ben sperare e che resta invariato rispetto a quello registrato dall’Osservatorio Nazionale del Turismo nel 2011 e nel 2010.
La vacanza in agriturismo è l’unica struttura ricettiva a crescere nonostante la crisi. La conferma arriva dal sondaggio dell’associazione dei consumatori Adoc che indica l’agriturismo come luogo per l’accoglienza preferito, con un incremento delle presenze del 3%. Fra le forme di accoglienza, il 28% degli intervistati soggiornerà in agriturismo. A seguire l’ hotel (26%), il Bed&Breakfast (13%), la casa di proprietà o di amici (12%) e in affitto (10%).
L’agriturismo cresce anche grazie a un calo del 8%, rispetto al 2010, delle destinazioni estere, in favore delle mete italiane. In testa la Toscana (10%), il Trentino (4%) e la Puglia (4%) seguite da Umbria e Sicilia.
L’agriturismo ha inoltre un’offerta conveniente: una camera doppia in agriturismo con prima colazione costa in media 80 euro, dai dati di www.agriturismo.it, contro i 105 euro degli hotel, dato emerso da una recente indagine di un portale del settore.

Focus - La tradizione dell’uovo di Pasqua tra ieri ed oggi
La tradizione fa risalire l’usanza di considerare l’uovo come simbolo di rinascita e buon augurio in Occidente al 1176, quando re Luigi VII rientrò a Parigi dopo la II crociata e per festeggiarlo il capo dell’Abbazia di St. Germain des Près gli donò metà dei prodotti delle sue terre, incluse un gran numero di uova che furono poi dipinte e distribuite al popolo. Una usanza tramandata dai persiani che, già cinquemila anni fa, festeggiavano l’arrivo della primavera con lo scambio delle uova “porta bene” contro pestilenze e carestie secondo un rito che resiste ancora ai giorni nostri. Negli ultimi 30 anni i consumi nazionali di uova sono aumentati raggiungendo la cifra record di 13 miliardi di pezzi all’anno che significa una media di circa 218 uova a testa, quasi interamente made in Italy. Le uova di gallina hanno un sistema di etichettatura obbligatorio che consente di distinguere tra l’altro la provenienza e il metodo di allevamento con un codice che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. It), seguono le indicazioni relative al codice Istat del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell’allevatore. A queste informazioni si aggiungono quelle relative alle differenti categorie (A e B a seconda che siano per il consumo umano o per quello industriale) per indicare il livello qualitativo e di freschezza e le diverse classificazioni in base al peso (XL, L, M, S).

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