Perché in Italia è così difficile raccontare il vino in Tv? Eppure, più di mezzo secolo fa agli albori stessi del piccolo schermo, Mario Soldati e Luigi Veronelli lo facevano, con trasmissioni fortunate e di successo. Il primo, con il primo reportage enogastronomico per la Rai a due anni dalla nascita della televisione italiana, “Viaggio lungo la Valle del Po alla ricerca dei cibi genuini” (1956), il secondo con “A tavola alle 7” (1974-1976), il progenitore di tutti i programmi di cucina in tv condotto con la grande attrice Ave Ninchi sulle rete nazionale. Con l’Italia che, anche nel diffondere la cultura enogastronomica al grande pubblico, è stata una pioniera. Oggi de “Il racconto del vino in Tv” si è parlato in un talk show a Benvenuto Brunello a Montalcino (fino al 18 febbraio), moderato dal caporedattore del “Corriere della Sera” Luciano Ferraro, con conduttori e volti noti della Tv italiana e non solo. Come Joe Bastianich, tra i più amati, giudice di MasterChef e lui stesso vigneron in Friuli: “l’amore più importante della mia vita è il vino, ma nel mondo mediatico è difficile raccontarlo perché, se tutto va bene, non c’è action, è tutto tranquillo. E invece oggi in Tv si vuole questo e si vogliono sfide. In MasterChef abbiamo inserito sfide in esterna tra i vigneti, da Montalcino alle Langhe. Ma siamo ancora in cerca di un format vincente, che vada al di là del documentario. Io, mi offro per condurlo”.
Che il racconto del vino in Tv piace, e molto, non è una novità, ma una conferma, con sempre più telespettatori e internauti che si appassionano alle trasmissioni più disparate, in onda ormai su ogni piattaforma mediatica. E non solo in Italia, anzi. Con Wine Oh Tv “abbiamo iniziato 10 anni fa a parlare di vino - ha detto Monique Soltani, volto dell’emittente televisiva a stelle e strisce seguitissima in Usa ed in Canada, in onda anche su Amazon Prime Tv - un’idea nata perché amo raccontare storie, e il vino in Tv era sempre e solo oggetto di recensioni, soprattutto in America. Volevo aiutare le persone da casa ad entrare in contatto diretto e con semplicità con questo mondo. Oggi racconto molte storie del vino italiano, perché in Usa ne siamo innamorati. Il Brunello? La crème de la crème”.
In Italia, la Tv generalista resta ancora il canale principale in cui si parla di enogastronomia. “Con “I Signori del Vino” abbiamo la possibilità di trasmettere l’1% di quello che sono e di cosa fanno i produttori di vino in Italia. La terra trasmette umiltà come nessun altro settore, rispetto e collaborazione tra le persone, e il vino è un settore importante della nostra economia”, ha ricordato Marcello Masi, conduttore della quarta serie del programma su Rai2 con Rocca Tolfa, e, presto, di “In Viaggio con Marcello”, un nuovo programma “che dovrebbe partire l’8 marzo voluto dal neo direttore della rete Carlo Freccero per raccontare come sono cambiati i costumi degli italiani anche attraverso la tavola dove il vino è da sempre protagonista. Troppa spettacolarizzazione, come avviene sul web, i social ed altre piattaforme media, non va bene, perché il vino comunica valori culturali e il lavoro dell’uomo che c’è dietro”. “Con “I Signori del Vino” - ha aggiunto Tolfa - volevamo interrompere un silenzio che durava da troppi anni. Non si riusciva a trovare una formula per parlare di vino al di là di vederlo apparire nel calice accanto a qualcuno che cucinava. Ne abbiamo trovata una per raccontarlo in modo preciso e tecnico, ma anche con ironia. Ma resta il fatto che oggi non si può pubblicizzare l’alcol in Tv, come una volta faceva persino Carosello”.
Dalla Rai a Mediaset, il giornalista Gioacchino Bonsignore ha sottolineto come anche “Gusto” “ha sdoganato il vino in Tv e, all’epoca, rotto un tabù in Mediaset. Grazie all’intuizione di Lamberto Sposini e alla volontà del direttore Enrico Mentana siamo andati in onda nel Tg5 delle 13 per cinque minuti al giorno 365 giorni l’anno. Ricordo che andammo dal “decano” dei sommelier, Franco Maria Ricci perché volevamo inserirvi la figura di un sommelier. All’inizio sembrava un marziano per il linguaggio utilizzato e per la sorpresa che provocò nelpubblico, tanto da diventare oggetto anche di satira. Nel tempo le cose sono cambiate. Gusto oggi va in onda due volte la settimana, con gli spin off Gusto Verde e Gusto DiVino, cercando di puntare sulla cronaca e l’immediatezza. E cercando di non separare mai il mondo del vino da quello agricolo, di cui è un’attività fortunata, che produce reddito per gli agricoltori e per i loro territori, contribuendo a custodirli, come un investimento privato per il Paese. Sarebbe bello trasmettere questo messaggio agli altri settori. Resta il limite di non poter parlare di marchi in Tv. Ma possiamo raccontare il vino davvero in ogni aspetto della sua produzione. Una sfida enoica stile MasterChef? Non funziona. Meglio un interminabile viaggio nell’Italia del vino”. Alla maniera di Soldati e Veronelli.
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