Concentrarsi solo sui vigneti di proprietà più vocati alla qualità, privilegiando quelli ad altitudini più elevate, che consentono di esprimere al meglio una vocazionalità che va nella direzione della freschezza e dell’eleganza, in linea con la propria visione, ma anche con le traiettorie enologiche dei mercati e dei gusti contemporanei: è seguendo questo criterio che Baglio di Pianetto, tra i gioielli della Sicilia del vino, oggi guidata da Gregoire Desforges Marzotto, che ha raccolto il testimone dai nonni Paolo e Florence Marzotto - i primi, ventisei anni fa, ad intuire il potenziale di quest’area - ha deciso di puntare solo sui suoi vigneti nelle aree montane di Santa Cristina Gela e Piana degli Albanesi, dove l’azienda ha la propria sede principale, cedendo al contempo l’area vitata di Noto della Tenuta Baroni, alla Società Agricola Halaesa, leader in Italia nella produzione di avocado.
Così i vigneti di Baglio di Pianetto (106 ettari, si legge sul sito dell’azienda), ora sono “solo” quelli situati “tra i 700 e i 900 metri di altitudine, a rappresentare oggi il cuore della strategia di riposizionamento della cantina - la cui guida enologica è stata affidata a Graziana Grassini - un habitat ideale per la produzione di vini freschi ed eleganti, in linea con la vocazione naturale del territorio”, spiega una nota.
“Questi territori, da sempre altamente vocati alla viticoltura di qualità, rappresentano per noi il cuore della produzione di vini di alto profilo. È qui che si esprime al meglio la nostra visione di lungo periodo, rispondendo alle aspettative dei consumatori con autenticità e coerenza. La concentrazione delle colture ci permetterà, inoltre, di proseguire il nostro percorso verso una cantina a sempre più basso impatto ambientale, abbattendo le emissioni derivanti dal trasporto così come il consumo di acqua, minore nelle zone d’altura”, ha commentato il presidente di Baglio di Pianetto, Gregoire Desforges Marzotto.
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