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SONDAGGIO DI WINENEWS: VINITALY E CANTINE APERTE. ECCO I DUE EVENTI-SIMBOLO DEL VINO ITALIANO. GLI ENONAUTI GIUDICANO GLI EVENTI DEDICATI AL BUON BERE, MA DENUNCIANO AUMENTO DEI PREZZI DELLE BOTTIGLIE

Sondaggi & Tendenze
WineNews, ovvero Alessandro Regoli, Irene Chiari e Eleonora Ciolfi

C’è il “Vinitaly” di Verona in testa alla classifica degli eventi del buon bere più amati dal popolo degli enonauti: lo dice il sondaggio che www.winenews.it, sito d’informazione sul vino, ha svolto tra i suoi 7.831 iscritti, tutti appassionati di grandi bottiglie ed abituali frequentatori di Internet. A fronte del moltiplicarsi di fiere, eventi e sagre dedicate a vino & C., Winenews ha indagato su quali siano i più belli, utili e coinvolgenti appuntamenti enologici in Italia: il 36,2% delle risposte indicano la storica manifestazione di Verona come la preferita, seguita (30,3%) da “Cantine Aperte”, evento organizzato dal Movimento Turismo del Vino, l’ultima domenica di maggio.

Le motivazioni? Chi ha scelto il Vinitaly spiega che si tratta della più completa rassegna di settore, ovvero un’occasione unica per trovare in uno spazio relativamente limitato tutti i produttori italiani, con la possibilità di conoscere, scoprire e degustare migliaia di vini diversi, scambiare opinioni ed incontrare altri appassionati da tutto il mondo. E se Vinitaly raccoglie consensi per la ricchezza della proposta, Cantine Aperte gioca sul richiamo della terra: è infatti la possibilità di conoscere direttamente i produttori e i luoghi in cui nasce il vino ad attirare le simpatie degli enonauti. Cantine Aperte è un allegro giorno di festa che permette al consumatore di “andare a casa” del produttore, per documentarsi di persona su vigneti, metodi di coltivazione, vitigni e metodologie di invecchiamento, senza dimenticare i prodotti tipici e le bellezze artistiche e paesaggistiche del territorio.

Il 33,5% di chi ha risposto al sondaggio si è diviso invece tra una serie di altre manifestazioni: molto gettonati, soprattutto tra gli operatori, il “Salone del Vino” di Torino (12%, elogiato per l’ottima logistica e l’interesse di convegni e seminari) ed il “Merano Wine Festival” (9%, per la serietà dell’organizzazione e perché sono presenti le aziende “top” dell’enologia italiana). Moltissime le segnalazioni di eventi di comunicazione ed immagine legati al vino, come quelli organizzati da “Gambero Rosso” nella scenografica cornice della Città del Gusto, o gli appuntamenti in giro per l’Italia dell’Associazione Italiana Sommelier, a partire dall’Oscar del Vino all’Hilton di Roma (con Franco Ricci come deus ex machina). Numerose le segnalazioni per il “Salone del Gusto”, evento biennale di Slow Food a Torino, in cui al vino viene concesso un ampio spazio, soprattutto in abbinamento con i prodotti gastronomici.

Ma chi sono gli enonauti? In prevalenza maschi (82%), il 54% di loro ha un’età compresa fra i 30 e 45 anni (a seguire, il 26% tra 18/30 anni ed il 17% tra 45/60 anni). Hanno un elevato titolo di studio (l’85% ha conseguito il diploma di scuola media superiore o la laurea), e godono di un livello socio-economico medio/alto. A loro Winenews ha chiesto anche come giudicassero il recente proliferare di iniziative legate al vino: il 73,8% ha risposto “positivamente”, perché ciò ha contribuito a diffondere la cultura del buon bere, a patto che tutto questo non si trasformi in un’apoteosi di eventi-show, in cui il vino è solo un fenomeno di moda. Il 16,3% ha risposto “negativamente”, perché il rischio è di inflazionare il settore e bruciarlo, fino a un punto di non ritorno. Indeciso il 9,9%, che vede sia aspetti negativi sia positivi, ma con la convinzione che alla fine avverrà una scrematura, e solo chi lavora bene potrà resistere in futuro. Molti sottolineano l’utilità delle manifestazioni e delle fiere per coloro che si avvicinano per la prima volta a questo mondo, mentre per chi desidera capire il vino in maniera più approfondita e non superficiale gli eventi risultano troppi e a volte inutili.

Un’osservazione però accomuna la grande maggioranza di chi ha risposto al sondaggio di Winenews, ovvero la constatazione di quanto stiano lievitando i prezzi dei vini. Non è sfuggita infatti una decisa tendenza alla speculazione da parte di certi produttori, enotecari e ristoratori, soprattutto nelle città in cui il bere bene sta diventando un fenomeno di costume. Tra gli enonauti c’è chi parla di “aumento dei prezzi assolutamente ingiustificato, se non ci fosse chi è disposto a spendere soltanto per avere lo status-symbol con bicchieri, grappoli e così via da mostrare ai conoscenti”, c’è chi cita lo “sconsiderato aumento dei prezzi del vino di qualità che non si giustifica e potrebbe risultare sconveniente nel futuro, quando tutta questa euforia e moda si ridimensioneranno per trovare una maggiore stabilità”, c’è chi dice “più che una moda sembra un’ubriacatura generale: troppe fiere, troppe sagre, troppo parlare molto spesso a vanvera, senza un reale rispetto per il vino”, c’è chi pensa “l’eccesso di manifestazioni e di appuntamenti rischia di creare un rigetto, e l’eccesso di informazioni rischia di creare disinformazione, specialmente per chi non ha a disposizione strumenti critici per filtrare ciò che viene proposto”. Insomma, se è vero che sempre più persone sono affascinate dal vino e da tutto ciò che li ruota intorno, è anche vero che sono sempre meno quelli disposti a subire passivamente aumenti sconclusionati di prezzo.

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