Se il “Centrodestra” fosse un vino sarebbe un appagante Amarone, il “Centrosinistra” un vivace e ritmato Lambrusco e il “Centro” i “vini della Capitale” per eccellenza, quelli dei Castelli Romani, passando per il “Movimento 5 Stelle” che non può che far pensare ad un’etichetta dallo spiccato carattere “made in Liguria”, così come “Rivoluzione Civile” ad un generoso e solare vino di Sicilia: tra coalizioni, partiti e movimenti, elezioni alle porte e clima elettorale infuocato, perché non berci su? Ecco il panorama “eno-politico” italiano visto, scherzosamente, e nel rispetto dei termini di par condicio, da 1.034 “enonauti”, ovvero appassionati già fidelizzati al mondo del vino e del web, “chiamati alle urne” da un sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere. Che, in caso di vittoria, per i leader hanno dato anche consigli ad hoc per brindare: Champagne per Berlusconi, “bollicine” “made in Italy”, come il Trentodoc e Franciacorta, per il premier Monti; ancora Lambrusco per Bersani, inscindibile dalla sua coalizione, così come Beppe Grillo, con uno Sciacchetrà o un vino a base di Bianchetta Genovese o Pigato ligure, e Antonio Ingroia, che nei calici dovrebbe versare Marsala o Passito di Pantelleria. Senza dimenticare, chi consiglia Passerina, Grillo e Pagadebit, ma anche, con la “spending review”, vino da tavola per tutti.
Forte appartenenza e grande passione: ecco i tratti che più di tutti sembrano accomunare vino e politica, simboli di italianità, ognuno a suo modo. E allora in pieno clima elettorale perché non provare ad accostarli e alleggerire la tensione. E’ quello che hanno fatto gli “enonauti” nel sondaggio Winenews, pur senza, anche in questo caso, rinunciare a qualche battibecco: per il “Centrodestra” alla fine l’ha spuntata l’Amarone, che più rappresenta la coalizione per la maggioranza degli appassionati, seguito, a pari merito, dal Barolo, dal Franciacorta e dal Prosecco. Per il “Centrosinistra”, sarà per storia politica, sarà per la provenienza del suo leader, è il Lambrusco a rispecchiare più di tutti le caratteristiche della coalizione, seguito, a pari merito, dal Chianti Classico e dal Brunello di Montalcino dai terroir “rossisti” della Toscana.
Per la coalizione di “Centro”, gli appassionati indicano i vini dei Castelli Romani, ma anche il Pagadebit, il bianco di Romagna, scelto forse più ironicamente per il suo nome che per le sue caratteristiche, visto il ruolo di risanatore delle casse dello Stato dal candidato Mario Monti nel Governo tecnico. Per la maggioranza degli “enonauti” a rappresentare il “Movimento 5 Stelle”, viste le origini del patron Beppe Grillo, non possono che essere i vini della Liguria, dallo Sciacchetrà a quelli a base di Pigato ligure o Bianchetta Genovese. Ma c’è anche chi indica un biologico o biodinamico, perché vini “innovatori”, dicono i wine lovers. Infine, “Rivoluzione Civile”, il movimento di Antonio Ingroia che anche nel calice rispetta le sue origini, e ricorda quindi un vino di Sicilia, dal Nero d’Avola all’Etna Rosso.
Il brindisi in caso di vittoria? A Silvio Berlusconi gli “enonauti” consigliano Champagne, seguito subito a ruota dalla Passerina. Il Centrosinistra e Pier Luigi Bersani sono inscindibili e, allora, anche per il brindisi della vittoria, gli eno-appasionati suggeriscono Lambrusco. Bollicine anche per Mario Monti, con al primo posto il Trentodoc, Franciacorta e Champagne. Ancora vini liguri i più gettonati per Beppe Grillo e poi Asti e, come terza scelta, il nettare dell’omonimo vitigno siciliano il Grillo. I consigli per Ingroia? Per i wine lovers dovrebbe brindare con i vini della sua Sicilia, in testa i vini dolci dell’Isola, Marsala e Passito di Panatelleria.
C’è anche chi, infine, visiti i tempi di dibattiti, ma anche austerity e spending review, consiglia un simbolo di convivialità, quotidianità e rapporto qualità/prezzo: vino da tavola per tutti!
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