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Sondaggio WineNews - È in Piemonte la cantina “ideale” nell’immaginario dei wine lover (seguito da Toscana e Veneto). E non è un vino ma un vitigno il loro preferito: Nebbiolo. Il sogno curioso? Lavorare per Antinori, Gaja o Masi
di Emma Lucherini

Territorio della cui storia, fascino ed appeal non si discute, nell’immaginario collettivo dei wine lovers la cantina “ideale” si trova in Piemonte, seguito, tra i luoghi simbolo dell’Italia del vino, dalla Toscana, meta imprenscidibile per ogni appassionato, tra il fascino di Bolgheri, lo storico territorio del Chianti e la celebrità di Montalcino, patria del Brunello, e dal Veneto, la Regione dei primati del vino italiano, “divisi” tra rossi, bianchi e bollicine, tra la Valpolicella dell’Amarone, i paesaggi vitati del Soave e le colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene. E non è un vino, ma un vitigno quello a cui non potrebbero mai rinunciare: il Nebbiolo, da cui nascono, in primis, i grandi rossi delle Langhe, Barolo e Barbaresco. Ecco i “pilastri” su cui si fonda la passione per il Belpaese enoico, secondo un sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, tra 1.031 “enonauti”, appassionati già fidelizzati al mondo del vino e del web. Che confessano una curiosità: se un giorno dovessero cercare lavoro in cantina, il sogno è di essere assunti da Marchesi Antinori, da Gaja o Masi Agricola, tre marchi simbolo del made in Italy enoico, indicati dai wine lovers rispettivamente per storia, per l’“alta sartorialità” della produzione e per la solidità e la remuneratività di un’azienda quotata in borsa. Ma c’è anche chi indica realtà di piccole o medie dimensioni, a conduzione familiare e particolarmente attente all’agricoltura biologica, e vere e proprie esperienze che uniscono il vino al sociale (come, ad esempio, le cantine di Libera Terra). Un riconoscimento, infine, da parte degli “enonauti”, anche al valore delle realtà cooperative, a partire da quelle dell’Alto Adige, per la loro rigorosa organizzazione, efficienza e per la capacità di coniugare quantità e qualità. Segno che, nell’Italia del vino sono molte e diverse tra di loro le realtà capaci di “impersonare” al meglio per gli eno-appassionati caratteristiche quali qualità, fascino ed affidabilità.

Ma se anche nel mondo del vino, il brand, l’identità di un logo, è elemento trainante del mercato, con le stesse dinamiche degli altri settori, a guidare la scelta di una bottiglia e mantenere la fiducia degli appassionati verso un marchio, sono soprattutto caratteristiche intrinseche come la storia e, evidentemente, la qualità. Il territorio, poi, gioca il suo ruolo fondamentale, perché ogni wine lovers ne ha uno prediletto, tanto da immaginarvi la cantina “ideale”: per la maggioranza degli “enonauti” si trova in Piemonte, territorio simbolo della storia del vino italiano, riconosciuto Patrimonio Unesco con le Langhe-Roero e Monferrato, e patria dei rossi italiani per eccellenza; a seguire c’è chi la vorrebbe in Toscana, dove il fascino di Bolgheri e dei suoi vini desiderati dai collezionisti di tutto il mondo, la storia secolare del territorio del Chianti che in pochi possono vantare e di cui il Chianti Classico ed il Chianti sono ambasciatori, e la celebrità e l’appeal indiscussi di Montalcino e del Brunello, ne fanno una meta cult per ogni appassionato; ma c’è anche chi se la immagina in Veneto, tra la Valpolicella di un altro grande rosso italiano, l’Amarone, sempre più amato in Italia e oltreconfine come testimonia l’aumento della sua produzione nell’ultimo lustro, il “Paesaggio rurale di interesse storico” del Soave, tra i bianchi italiani di maggior successo, e le colline dove nascono le bollicine italiane più conosciute ed esportate, il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene. A seguire tra i territori che esercitano il maggior fascino ed appeal, gli amanti del buon bere indicano il Trentino, sinonimo di grandi bollicine italiane, il Friuli Venezia Giulia, tra le terre del vino di confine più affascinanti d’Italia, l’Alto Adige per il prestigio dei suoi grandi vini, bianchi e non solo, e la Sicilia, vero e proprio “continente” enoico del vino italiano.

Per gli “enonauti”, qualità, fascino ed affidabilità sono le caratteristiche che, in perfetto equilibrio, nel mondo del vino italiano si ritrovano in marchi capaci di guidare e condizionare i nostri acquisti in virtù del loro nome, simbolo e sinonimo di una serie di certezze, come Marchesi Antinori, prestigiosa famiglia del vino con oltre 700 anni di storia alle spalle, Gaja, tra le griffe più conosciute al mondo, e Masi, tra le più importanti realtà del vino italiano, quotata in Borsa. Tanto che, confessano i wine lovers, immaginando un giorno di cercare lavoro in un’azienda italiana, queste aziende sono tra quelle in cui vorrebbero essere assunti, ambite dal punto di vista professionale per prestigio e successo internazionale, che, nella percezione degli “enonauti”, si riflettono sulla qualità del lavoro dei dipendenti, accanto ad aspetti non secondari come la bellezza dei luoghi in cui si trovano, l’aspetto etico - anche nel vino la responsabilità sociale dell’impresa verso consumatori, ambiente, comunità e territorio è sempre più fondamentale - e il sogno di entrare nel team di un’azienda di grandi dimensioni, che garantisce stabilità e possibilità di carriera.

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