Bevono vino da quando hanno, in media, 19 anni e mezzo, e 6 su 10 ogni giorno, accompagnandolo necessariamente al cibo (58%) e predilegendo tra i luoghi di consumo casa propria (il 79%, ma con il 65% che, affatto intimorito da etilometro o restrizioni più severe, ama farlo quando è a pranzo o cena fuori, e ben il 50% ai tanti eventi e degustazioni del mondo del vino). La conferma di una tradizione che, pur attaccata su più fronti, dal ridimensionamento dei consumi all’affermarsi di nuovi atteggiamenti alimentari, è inossidabile in Italia, arriva però dal 94% per il quale sul vino non si discute: è una bevanda che fa parte della nostra cultura diffusa. Ecco l’identikit dei consumatori di vino in Italia, secondo un sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, al quale hanno risposto 1.170 “enonauti”, appassionati già fidelizzati al mondo del vino e del web. Nell’inesauribile calo degli ultimi decenni che ha portato a quota 35 litri procapite all’anno il consumo di vino in Italia, chi il vino continua a berlo è sostanzialmente il 50% della popolazione. Consapevoli di appartenere ad un’élite, nel campione indagato da WineNews, più della metà si considera un consumatore abituale (63%, e con l’85% che considera il vino ineliminabile dalle proprie abitudini), ma più di 8 su 10 dichiarano di aver mutato le proprie abitudini e modalità di consumo durante la loro vita, come testimonia l’innalzamento dell’età media, rispetto al passato, in cui si beve vino per la prima volta.
I comportamenti sociali in divenire hanno costruito uno scenario più complesso di quello a cui storicamente eravamo abituati, e cioè quello “mediterraneo”, legato alle tradizioni alimentari contadine: tra le conseguenze più evidenti, c’è il calo dei consumi di vino che da alimento è diventato bene voluttuario, ma i motivi del cambiamento sono di varia natura, dall’invecchiamento della popolazione al mutamento di occasioni e luoghi di consumo, da motivi economici, non da ultima la crisi, ma anche per i nuovi atteggiamenti alimentari come il salutismo imperante e la competizione crescente con gli altri alcolici. Ma per la quasi totalità degli “enonauti” (94%) il vino è una bevanda che fa parte della cultura italiana, e sono in pochi a considerarlo uno status symbol (5%), ancora meno quelli per i quali rappresenta solo una semplice bevanda alcolica (1%). D’altra parte, oltre la metà (63%) si definisce un consumatore abituale di vino, ovvero beve vino ogni giorno, e lo fa da un’età media più alta rispetto al passato (19 anni e mezzo), considerando anche che livello di istruzione, matrimonio e nascita dei figli, per esempio, coincidono con un consumo più consapevole (per il 74%). Anche la stagionalità continua ad influenzare il consumo di vino - a partire dalla tipologia consumata (84%), dal luogo in cui lo si fa (9%) e dalla cerchia di persone con cui lo si fa (7%) - ma decisamente in percentuale minore sul passato (per il 42% il vino è ormai una bevanda destagionalizzata). Curiosi? Eccome: più di otto eno-appassionati su 10 non bevono solo vini prodotti nella regione in cui vivono, molto incuriositi, tuttavia, dalle etichette provenienti da altri territori del Belpaese (79%), piuttosto che da vini che provengono dall’estero (51%).
Ben l’85% degli “enonauti” considera il vino qualcosa di ineliminabile dalle sue abitudini, consapevoli, nella totalità delle risposte, di appartenere ad una ristretta minoranza e che il numero dei consumatori di vino in Italia si è ristretto rispetto al passato. Del resto, sono gli stessi appassionati ad aver mutato abitudini e modalità di consumo nella loro vita (l’85%) a partire, come detto, dall’età alla quale si beve vino per la prima volta. La tradizione resiste invece attorno alla tavola, visto che più della metà dichiara di consumare vino accompagnandolo con il cibo (58%). Ma anche dal fatto che le mura domestiche restano, per il 79%, il luogo prediletto dove bere vino, seguite a ruota da pranzi e cene consumati fuori casa (65%), e mentre assaggiare magari più bottiglie diverse quando si è ad un evento o si partecipa ad una degustazione piace molto (50%), i luoghi tradizionalmente legati al suo consumo come le enoteche ed i wine bar sono indicati solo all’ultimo posto (entrambi dal 15% degli “enonauti”). Il 30% di coloro che, se potessero chiedere un consiglio direttamente ad un “opinion leader” del settore, lo farebbe su quale sia il vino dal miglior rapporto qualità/prezzo (30%), seguiti dalla domanda su quali siano gli strumenti per determinare la qualità di un vino (27%), sul vino più buono che abbia mai assaggiato (19%), sul territorio migliore al mondo (14%) e sul miglior in Italia (10%), è la riprova, infine, del fatto che l’attenzione al portafoglio è sempre molto alta, senza però dimenticare il sogno di carpire i segreti con cui gli addetti ai lavori riescono a stabilire le eccellenze enoiche più importanti.
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