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Sondaggio WineNews/Vinitaly: il Barolo al top dei desideri degli eno-appassionati, seguito da Chianti Classico, Brunello di Montalcino e Franciacorta. Tra le cantine svettano Gaja, Antinori, Bellavista, Ornellaia e Caprai
di Eleonora Ciolfi

In cima alla wish list degli eno-appassionati italiani c’è il Barolo, la denominazione che vanta una grande allure nel segno della tradizione. E’ il vino piemontese il più amato e desiderato, seguito da Chianti Classico, Brunello di Montalcino e Franciacorta, secondo il sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, e Vinitaly (www.vinitaly.it), rassegna di riferimento dell’enologia mondiale. Sempre “made in Piemonte” la griffe preferita, ovvero Gaja; in seconda battuta si piazzano Antinori, marchio toscano di fama internazionale, Bellavista, realtà franciacortina d’eccellenza, Tenuta dell’Ornellaia, marchio deluxe che firma un’etichetta di culto a Bolgheri, e Caprai, cantina umbra che ha lanciato il Sagrantino nel gotha dell’enologia. Sono invece - con piccole differenze - Barolo, Chianti Classico, Brunello di Montalcino e Franciacorta, i “quattro moschettieri” che guidano la classifica delle denominazioni che vantano il legame più profondo con il proprio territorio di appartenenza. L’inchiesta, che ha coinvolto 1.424 enonauti (amanti di vino & web), indaga sulle preferenze degli appassionati riguardo a territori e cantine.
In testa alla classifica delle denominazioni più amate si piazza il Barolo (22% delle preferenze), portabandiera del Piemonte e pietra miliare dell’enologia tricolore. A seguire Chianti Classico (12%), territorio che vanta un inimitabile fascino conferito da storia, arte e paesaggio, Brunello di Montalcino (11%), uno dei vini made in Italy più conosciuti nel mondo, e Franciacorta (10%), simbolo delle bollicine d’eccellenza di casa nostra. A seguire, nella top ten delle denominazioni preferite, ci sono Amarone della Valpolicella, Bolgheri, Barbaresco, Sagrantino di Montefalco, Trento Doc, Taurasi. A seguire Valtellina, Valdobbiadene-Conegliano, Nobile di Montepulciano, Verdicchio.

Nelle cantine preferite, al primo posto, si piazza il piemontese Gaja (8%), sicuramente uno dei portabandiera dell’Italia del vino nel mondo, seguito da Antinori (5%), cantina toscana dalla storia secolare; quindi, con il 4%, Bellavista, una delle più note realtà della Franciacorta fondata da Vittorio Moretti, Tenuta dell’Ornellaia, fascinosa griffe toscana sinonimo di un grande vino, Caprai, autore del rilancio territoriale di Montefalco e dell’antico vitigno Sagrantino. Tra le più votate seguono poi Tasca d’Almerita, Terlano, San Michele Appiano, Planeta e Donnafugata. Ed ancora Ca’ del Bosco, Ferrari e Castello di Ama. Infine, tra i più gettonati, anche Biondi Santi, Tenuta San Guido, Bartolo Mascarello, Dal Forno, Allegrini, Valentini.

Nel votare la “cantina del cuore”, gli eno-appassionati si sono decisamente frammentati, arrivando a indicare oltre 180 marchi: un segnale che conferma anche l’attuale segmentazione dell’offerta enologica nazionale.

In testa alla classifica delle denominazioni che vantano il legame più profondo con il territorio svettano i “quattro moschettieri”: Barolo (25%), Chianti Classico (20%), Brunello di Montalcino (18%) e Franciacorta (10%). Questi, stando sempre agli enonauti, i “marchi territoriali” più forti, che non possono essere più considerati semplici denominazioni, ma luoghi di culto enologico che assumono la valenza di veri e propri brand. Seguono, nella top ten, Barbaresco, Bolgheri, Montefalco, Amarone, Collio e Supertuscan. Da rilevare, in questa classifica, l’ascesa dei cosiddetti “macro-territori”, in particolare Trentino e Sicilia, regioni votate per la qualità della loro offerta produttiva complessiva e non per le singole denominazioni di origine.

Ma chi sono gli enonauti che hanno risposto al sondaggio di www.winenews.it? Si tratta di appassionati del vino che vantano una grande dimestichezza con le nuove tecnologie ed una quotidiana frequentazione del web. Sono in maggioranza maschi (79%), il 52% di loro ha un’età compresa fra i 30 e i 45 anni, hanno un elevato titolo di studio (l’85% ha conseguito il diploma di scuola media superiore o la laurea) e godono mediamente di un buon livello socio-economico.

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