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Sono i vini premium (sopra i 9 dollari), a tirare le vendite negli Stati Uniti, mercato ancora in crescita: “balzato sopra i 13 miliardi di dollari nel 2015, nel segmento off-premise. Italia +8%”, secondo i dati Nielsen elaborati da Corriere Vinicolo

Italia
Continua la premiumisation sul mercato americano del vino e cresce anche l’Italia

Mercato americano del vino ancora in crescita con il segmento off-premise del 2015 che segnala un valore sopra i 13 miliardi di dollari (per un volume di 160 milioni di casse) in crescita sul 2014 del 6%. In crescita anche i prezzi medi del 3%, sopra i 9,20 dollari al litro. A tirare le vendite sono i vini premium, quelli sopra i 9 dollari, mentre è boom di vini Neozelandesi. Si difende alla grande l’Italia che guadagna 8 punti di percentuale. A dirlo sono i dati Nielsen, elaborati dal Corriere Vinicolo di Unione Italiana Vini.
“Stiamo assistendo ad una “new-premiumisation” - dicono dal Corriere Vinicolo - cresce cioè la tendenza in atto tra i consumatori all’acquisto di prodotti di livello di prezzo superiore che sta premiando i price point sopra i 9 dollari per bottiglia e penalizzando tutto quello che sta sotto. Un mercato che si sta quindi divaricando sempre più, e che al contempo sposta gli appetiti dei grandi gruppi americani - storicamente piazzati in basso - verso la parte alta dello scaffale. Che diventa di conseguenza più affollata e competitiva”.
Fra i top varietals, sempre secondo i dati Nielsen, il più performante sul lungo periodo è il Pinot grigio, che registra crescite omogenee del 7% a valore e volume, mentre il Cabernet Sauvignon e lo Chardonnay denotano aumenti di listino attorno a +2%. È però il rosso a segnare le crescite più robuste: +7% a valore e +4% a volume, contro una tendenza dello Chardonnay più lenta, attorno a +2% e +1%. Solo nell’ultimo anno la performance a valore del Cabernet è stata doppia rispetto al bianco, +8% contro +4%, mentre il Pinot grigio è rimasto attorno a +5%.

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