La sostenibilità reale di un territorio vitivinicolo si concretizza quando tutte le sue anime investono concretamente in questa direzione: imprese, rappresentanze di filiera, istituzioni. E di questo, nella già virtuosa Toscana, emerge il “modello Montepulciano”, dove, nel giro di pochi anni, la sfida della sostenibilità, iniziata da qualche cantina pioniera, è diventata una sfida di tutto il tessuto sociale della perla del Rinascimento toscano,dove dal Sangiovese, che qui si chiama “Prugnolo Gentile”, nasce quel Nobile che già il medico (il più alto in grado nel Granducato di Toscana, con la famiglia Medici) e letterato Redi nel 1685 definiva “d’ogni vino è il Re” nell’opera “Bacco in Toscana”. Un territorio, quello del Nobile, dove è nata la prima cantina totalmente off-grid d’Europa, Salcheto, pioniera anche sul fronte dell’indicizzazione di Carbon e Water Footprint, e che ha abbracciato il concetto di sostenibilità a 360 gradi, come raccontano i dati del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, oggi guidato dall’ex sindaco della città, Andrea Rossi: negli ultimi 10 anni, gli investimenti diretti in sostenibilità delle cantine hanno superato gli 8 milioni di euro, con il 70% delle cantine consorziate che ha un impianto fotovoltaico, il 35% si è dotato di solare termico per la produzione di calore, il 20% ha sistemi di recupero delle acque reflue, mentre un 10% delle imprese ha investito nella geotermia.
Senza contare che la maggior parte delle aziende ha rivisto, negli anni, le proprie pratiche agronomiche e viticole seguendo proprio il concetto della sostenibilità. Ma, come detto, l’aspetto forse più interessante del caso Montepulciano, è che tutti stanno lavorando per portare la sostenibilità fuori dai confini delle aziende agricole, con azioni concrete. Come quella di piantare, nel territorio comunale, 400 alberi all’anno per tre anni consecutivi, coinvolgendo in quest’opera anche i bambini e e le scuole del territorio, per esempio. Ultima iniziativa che arriva dai produttori del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, con il progetto “Alberi, non parole” che, in collaborazione con il Comune di Montepulciano, l’Usl Toscana Sud Est, la Giorgio Tesi Onlus e con l’aiuto dei Carabinieri Forestali, hanno dato vita a quello che sarà un vero e proprio parco da destinare a fini sociali. Un progetto che “rientra nel più ampio obiettivo della certificazione di sostenibilità, secondo lo standard della norma Equalitas - Vino Sostenibile, che il distretto vitivinicolo del Vino Nobile di Montepulciano sta raggiungendo - ha spiegato il presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi - puntando all’aspetto ambientale da un lato, senza tralasciare tuttavia quello sociale che anche questa iniziativa rappresenta, coinvolgendo i più piccoli sensibilizzandoli a buone pratiche”.
Un modello di funziona, sul fronte della sostenibilità, quello di Montepulciano, che arriva da una piccola cittadina nel cuore della Toscana del vino, ma che può essere da esempio su ben più ampia scala.
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