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VINO E RICONOSCIMENTI

Sostenibilità, il “Robert Parker Green Emblem Award” a San Salvatore 1988 ed a Petrolo

Monica Larner a WineNews: “premio a due persone, Peppino Pagano e Luca Sanjust, che guardano alla ricaduta sociale del loro lavoro sul territorio”
GREEN EMBLEM, LUCA SANJUST, MONICA LARNER, PEPPINO PAGANO, PETROLO, ROBERT PARKER WINE ADVOCATE, SAN SALVATORE 1988, vino, Italia
Luca Sanjust (Petrolo) e Peppino Pagano, tra le vigne di San Salvatore 1988

San Salvatore 1988, cantina pioniera del vino (ma non solo) e della sostenibilità a Paestum, in Campania, nata dal sogno di Giuseppe Pagano, “Peppino” per tutti, che intuendo le potenzialità di una terra dove, come in poche altre, l’agricoltura di qualità può legarsi a bellezza e storia incomparabili, e Petrolo, chicca enoica della Toscana, guidata da Luca Sanjust e faro di quella Doc Valdarno di Sopra, che, da anni, è di fatto tutta biologica, ed ambisce da tempo a diventare ufficialmente la prima denominazione d’Italia tutta “bio” per disciplinare: sono le due cantine italiane che, in questa coda di 2023, entrano a far parte delle 50 cantine di tutto il mondo premiate, negli anni, con il “Robert Parker Green Emblem Award” di “The Wine Advocate”, che quest’anno conta 11 new entry, comprese le due cantine italiane, e “l’italiana” Bodega Chacra, azienda creata in Patagonia, in Argentina, dall’italiano Piero Incisa della Rocchetta (nipote di Mario Incisa della Rocchetta, creatore del Sassicaia, ndr), insieme a Domaine Guillemot-Michel e Château Mangot dalla Francia, Weingut Clemens Busch, e Frank John dalla Germania, Filipa Pato dal Portogallo, Pingus dalla Spagna, Emiliana, la più grane cantina biodinamica al mondo, dal Cile, e Yangarra Estate Vineyard, in Australia. Con San Salvatore 1988 e Petrolo che si aggiungono, dunque, alle altre cantine italiane premiate negli anni scorsi, ovvero Alois Lageder, in Alto Adige, Tasca d’Almerita ed Arianna Occhipinti, in Sicilia, Avignonesi e Salcheto a Montepulciano, in Toscana, e E.Pira e Figli - Chiara Boschis in Piemonte.
“Abbiamo aggiunto altri due cantine premiate e siamo arrivati ad 8, il numero che cresce ed è una cosa postiva. I premi 2023 - commenta, a WineNews, Monica Larner - oltre che alle aziende, San Salvatore 1988 e Petrolo, sono soprattutto premi a due persone, Peppino Pagano e Luca Sanjust, che sono due ambasciatori dei loro territori, il Cilento ed il Valdarno, e della sostenibilità. E che guardano anche all’evoluzione di un concetto di sostenibilità che va oltre il biodinamico o il biologico in vigna, ma verso il sociale. Un premio a due persone forti che lavorano molto guardando anche alle ricadute sul tessuto sociale dei loro territori”.
“Non sorprende vedere pannelli solari e impianti di biogas attorno alla Tenuta San Salvatore 1988. Giuseppe Pagano, affettuosamente chiamato “Peppino”, e il suo team sono riusciti a diventare autonomi grazie alle energie rinnovabili - scrive Monica Larner, a proposito dell’azienda di Capaccio-Paestum e siamo orgogliosi di consegnare il Green Emblem a Peppino Pagano di San Salvatore 1988, che rappresenta un modello stimolante di sostenibilità che si può applicare alle persone di tutte le età del Cilento che cercano un futuro migliore e più prospero”. “È un grande orgoglio essere insigniti di questo riconoscimento - dichiara Giuseppe Pagano, patron dell’azienda San Salvatore 1988 - che rappresenta un punto di arrivo importantissimo per noi, a coronamento di un percorso aziendale instancabile. Amiamo il nostro territorio e la nostra realtà aziendale vive in una osmosi permanente con la nostra terra ed i suoi talenti. Rientra perciò nel nostro patrimonio genetico la tutela di ciò che ci circonda, che è fatto di cultura, storia, bellezza e tutto quanto si ritrova nelle nostre bottiglie. Ecco perché proteggere il nostro ecosistema significa proteggere la nostra stessa azienda ed essere fedeli a quelli che sono i valori fondanti della nostra cantina. San Salvatore 19.88 vuole essere principalmente uno stile di vita e vuole testimoniare un modo di essere e di fare azienda in cui l’anima green è una priorità irrinunciabile. Il Robert Parker Green Emblem ci riempie di orgoglio ed è per tutte queste ragioni anche un punto di partenza. Continueremo lungo questo percorso, seguiremo sempre e per sempre questa traccia con sempre più ambiziosi obiettivi in termini di sostenibilità. Il riconoscimento ci carica di responsabilità. Perché è dentro la logica stessa di questo tributo quella di diventare testimoni di un processo di consapevolezza - spiega Pagano - che deve investire il nostro territorio, le altre realtà aziendali, gli operatori tutti. È chiaro che migliorare la sostenibilità complessiva di un’area vitivinicola significa migliorare complessivamente gli standard di vita di una comunità. Da oggi sempre più saremo impegnati su questo fronte”.
Tra le motivazioni del premio a Petrolo, ed a Luca Sanjust, invece, si legge: “quale sarà la prima denominazione di vino biologico certificato in Europa? La corsa è iniziata e uno dei principali contendenti è il Valdarno di Sopra Doc, in Toscana. Questo premio riconosce il duro lavoro e l’approccio lungimirante di una regione vinicola situata in un incantevole triangolo della Toscana, equidistante da Firenze, Arezzo e Siena. In particolare, va a un viticoltore appassionato con l’entusiasmo e la visione di creare una regione vinicola certificata biologica riconosciuta sia dal Ministero dell’Agricoltura italiano che dal Parlamento europeo. E quell’uomo è Luca Sanjust di Petrolo”. E, come per San Salvatore 1988, va nella visione della crescita del territorio anche il commento del premio a Petrolo, affidato al Consorzio della Doc Valdarno di Sopra, di cui lo stesso Luca Sanjust è presidente: “siamo orgogliosi e riconoscenti che “Robert Parker The Wine Advocate” abbia voluto assegnare il premio Green Emblem a Luca Sanjust e alla sua azienda Petrolo, certo per la sua attività come produttore ma principalmente per le politiche e le iniziative nell’ambito del Consorzio Valdarno di Sopra, di cui è presidente, volte ad affermare un territorio biologico e sostenibile, riconosciuto anche a livello normativo. Un progetto dove attenzione all’ambiente, innovazione e qualità sono strumenti collettivi di crescita produttiva e territoriale”.

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