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FUTURO

Spagna, dal 2025 il vertice qualitativo del Cava sarà al 100% biologico

La produzione dei Cavas de Guarda Superior diventa green. Una svolta intrapresa in Italia, per l’intera denominazione, dal Valdarno di Sopra
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Una vecchia vite nella Do Cava

Il 2025 sarà una vera e propria pietra miliare lungo la storia del Cava, una delle denominazioni più importanti della viticoltura di Spagna, fiore all’occhiello del Penedès: entro quella data, infatti, l’intera produzione dei Cavas de Guarda Superior - il vertice qualitativo delle bollicine metodo classico iberiche, che comprende Cavas Reserva, Gran Reserva e Cavas de Paraje Calificado - sarà 100% biologica. È un segnale epocale, quello lanciato da Javier Pagés, alla guida della Do Cava, che risponde ad un’esigenza condivisa tanto dal mercato quanto dal mondo produttivo. Già oggi, in realtà, il numero delle bottiglie di Cava biologico è importante: 13,7 milioni, di cui il 34% di Cavas de Guarda Superior.
La svolta, che abbraccia altri aspetti qualitativi, come racconta la nascita del Cava de Paraje Calificado (solo da vigneti di almeno 10 anni, con rese bassissime - 48 ettolitri ad ettaro - e dopo affinamenti di almeno 36 mesi), nasce dalla necessità di valorizzare e conservare un territorio storico della viticoltura spagnola, puntando sulla sostenibilità, sia agricola che paesaggistica, che passa non solo per la svolta biologica, ma anche per la gestione responsabile delle risorse idriche e per la misurazione e la riduzione dell’impronta di anidride carbonica e dei gas serra, responsabili del riscaldamento globale. Una svolta del genere, in Italia, è stata sposata anche dalla Doc Valdarno di Sopra, piccola chicca del vino di Toscana, tutelata dal Consorzi guidato da Luca Sanjust, che ha già intrapreso il percorso che la renderà la prima denominazione italiana completamente biologica.
Una svolta, come ha raccontato qualche settimana fa lo stesso Luca Sanjust a WineNews, “voluta da tutti, davvero dal 100% dei produttori, che sono già tutti certificati biologici o in fase di conversione. È un percorso intrapreso da tempo, abbiamo trovato ostacoli e resistenze da fuori, ma continuiamo a batterci e prima o poi ce la faremo perché lo vogliamo tutti. La proposta è già nella modifica del disciplinare che è al vaglio del Comitato Vini, insieme all’allargamento della zona che, io spero già dalla vendemmia 2021, o al massimo dalla 2022, comprenderà non solo il Valdarno della provincia di Arezzo, come oggi, ma anche quello della provincia di Firenze, ricostituendo l’integrità storica e geografica del territorio”.
Chi, invece, nonostante gli sforzi dei singoli, è ancora molto indietro, è la Champagne, la più preziosa delle grandi denominazioni, punto di riferimento per gli amanti degli sparkling di tutto il mondo, dove la conduzione biologica, però, riguarda solamente il 3,4% della superficie vitata, contro una media nazionale, in Francia, del 14%.

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