Il primo trimestre 2008 del vino italiano non è andato bene: ha segnato una flessione del 9% sull’export. Per la precisione l’Istat spiega che, nei primi tre mesi 2008, l’Italia ha spedito nel mondo 3,9 milioni di ettolitri di vino, il 9,1% in meno sul corrispondente 2007; cresciuti, invece, i valori, pari a 798 milioni di euro (+7,7%), trainati da un prezzo medio in salita del 18,6%, a 2,02 euro al litro (1,70 nel primo trimestre 2007). Negli ultimi anni non è la prima volta che si assiste ae uno stop dell’export italiano nel primo trimestre: furono negativi sia il 2003 che il 2004, quest’ultimo per di più non solo in volumi ma anche valori. Da lì, e fino al 2007, l’Italia ha poi sempre segnato performance positive, sia nel trimestre che a consuntivo dell’anno, quindi è presumibile che la battuta d’arresto sia solo un fattore provvisorio, recuperabile nel nell’anno.
Ma cosa fare, dunque, per invertire la rotta? Winenews lo ha chiesto al Ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia: “la flessione reale calcolata del 10% nelle vendite all’estero (e sul mercato nazionale, ndr) ha avuto - precisa Zaia - come contropartita un innalzamento dei prezzi del 10%, e questo è un dato che non si ricorda mai … Sul vino dobbiamo fare una riflessione più generale: se il consumatore non ha capacità di spesa, deprime gli acquisti. Questo è il dato che ne viene fuori: perdiamo in vendite ma non perdiamo in valore, il che significa che si vende meno vino, ma chi lo compra continua a pagarlo tanto. Ovvero, stiamo perdendo la fascia bassa del consumo”.
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