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EVENTI

Storie, persone e grandi etichette, per raccontare il vino come esperienza culturale e sociale

Nuove generazioni coinvolte ed eventi diffusi per la “Milano Wine Week” 2025, in attesa della prossima edizione (3-11 ottobre 2026)

A Milano il vino non si beve solamente: si ascolta, si osserva, si racconta. Ed è con questo spirito che la Milano Wine Week 2025 (dal 4 al 12 ottobre) ha trasformato la città in un laboratorio diffuso di esperienze, idee e linguaggi dedicati. Un’edizione di crescita e maturità, che ha ribadito la missione della manifestazione: raccontare il vino come esperienza culturale e sociale, intrecciando formazione, sperimentazione e intrattenimento. Un’edizione fatta di storie e persone, che getta le basi per il prossimo appuntamento, dal 3 all’11 ottobre 2026 (nel 2027 è il decennale). Milano Wine Week 2025 ha posto al centro il tema del racconto del vino, inteso come strumento di connessione tra produttori, professionisti e consumatori. Attraverso una serie di format originali e un calendario diffuso di eventi, la nove giorni ha costruito - con il prezioso supporto dei brand partner - un mosaico di storie che rappresenta l’intera filiera, dalla vigna, alla cantina, fino alla tavola.
Un evento che si conferma sempre più un punto di riferimento per il settore, capace di attrarre un numero crescente di operatori italiani e internazionali e di consolidare la propria vocazione business, anche grazie alla scelta del Milan Marriott Hotel come headquarter, che si è rivelata strategica nel concentrare in un unico hub incontri, momenti formativi e occasioni di networking. In questo contesto si inserisce Wine List Italia, progetto che, attraverso una Ggida unica nel suo genere e un walk-around tasting di ampio respiro, ha dato voce ai sommelier - categoria di professionisti preziosa ma spesso poco valorizzata nel comparto - protagonisti di un racconto che supera la tecnica per esplorare emozioni, gesti e percorsi personali, restituendo al vino la sua dimensione più autentica e umana. Tra le novità di quest’anno, l’evento di degustazione guidato direttamente dai produttori - dalle realtà di nicchia a quelle più strutturate - ha riscosso grande interesse, offrendo un’occasione di confronto e visibilità con operatori e pubblico qualificato. Il successo di Wine List apre ora un nuovo capitolo: il format diventerà itinerante, portando la valorizzazione dei professionisti della sala oltre i confini di Milano. La Milano Wine Week si conferma non solo un evento diffuso, ma una piattaforma di pensiero in cui la wine culture diventa terreno di confronto tra discipline, arti e culture: un focus inedito è stato dedicato al design con Osteria dell’Architetto, una verticale che ha indagato il rapporto tra architettura, wine design e territorio. Le contaminazioni con altri mondi creativi hanno visto anche la collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro, che ha rafforzato la dimensione sensoriale del vino in un’originale liaison tra arte e gusto. Tra i diversi modi di raccontare il vino, anche l’aspetto uditivo ha trovato spazio grazie alla collaborazione con Bang & Olufsen, che in partnership con Ca’ del Bosco ha dato vita a un’installazione sonora dedicata al valore emozionale e percettivo dell’esperienza enologica.
“Non si tratta solo di degustare o celebrare, ma di creare connessioni tra professionisti, giovani appassionati e un pubblico sempre più curioso e recettivo, generando un dialogo che unisce cultura, creatività e ricerca. Milano, con la sua duplice anima, motore di innovazione e custode di tradizioni,  è il luogo naturale - spiega Federico Gordini, presidente di Milano Wine Week - per farlo: un laboratorio aperto dove sperimentare nuovi linguaggi, raccontare storie inedite e stimolare riflessioni che vanno oltre la singola bottiglia. Milano Wine Week è, in questo senso, un osservatorio e una piattaforma di racconto e di crescita, per il consumatore e per l’operatore. Crediamo che il futuro del vino passi proprio da qui, dalla capacità di comunicarlo in modo contemporaneo, trasversale e partecipato”.
Tra le iniziative più pop, la One Wine Night ha rappresentato il momento per eccellenza di apertura verso il pubblico più giovane: centinaia di ragazzi e ragazze hanno animato la serata, confermando quanto il vino possa diventare un linguaggio contemporaneo quando incontra format esperienziali e accessibili. Un evento ha evidenziato la capacità del vino di attrarre nuove generazioni di consumatori, trasformando la curiosità in partecipazione attiva e contribuendo a costruire un rapporto più spontaneo, inclusivo e duraturo tra i giovani e la cultura enologica.

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