Potrebbe essere di sofferenza l’annata 2008, per i viticoltori di buona parte d’Italia, almeno stando alle previsioni dello studio agronomico lombardo Sata (www.agronomisata.it), che ha delineato uno scenario piuttosto difficile per la prossima vendemmia. Piogge abbondanti e frequenti nel momento del germogliamento e della fioritura hanno già fatto perdere parte della produzione in molte zone viticole di Nord e in parte del Centro Italia e costretto agli straordinari molti viticoltori impegnati nei trattamenti antiparassitari.
“Naturalmente va vista - spiega a winenews.tv, Leonardo Valenti, professore di viticoltura all’Università di Milano e componente del team tecnico di Sata - l’evoluzione della crescita degli acini, ma potrebbero in effetti esserci dei problemi di produzione, visto che le condizioni climatiche hanno sfavorito l’allegagione (ovvero lo stadio iniziale della formazione del frutto, ndr). Tuttavia, specie nelle zone più importanti, dobbiamo ancora valutare più attentamente la situazione in vista degli interventi di diradamento. Saranno decisivi i prossimi due, tre mesi”.
Sembrerebbe, dunque, quest’anno, preoccupare più l’abbondanza delle piogge che il caldo. “Per adesso - continua Valenti - le piogge abbondanti garantiscono un buon supporto idrico alle viti, ma se dovesse continuare questa calura per altri venti-trenta giorni, allora potrebbe esserci qualche problema, anche perché i tessuti delle piante, quest’anno, si sono “abituati” ad una generosa disponibilità d’acqua”. Invece nelle previsioni sul periodo vendemmiale “non è detto - spiega ancora Valenti - che andiamo incontro ad una vendemmia ritardata. Per ora, in alcune zone siamo appena una settimana in ritardo sull’annata 2007 anticipatissima”.
Insomma, in molte zone dell’Italia enoica, dai primi di maggio in poi, i giorni di pioggia sono stati numerosissimi e la fioritura è avvenuta con un clima molto avverso, che ha determinato notevoli problemi per la successiva fase di crescita dei frutti. Le continue piogge hanno poi favorito anche l’insorgere delle malattie fungine più pericolose per la vite e la lotta antiparassitaria è costata grandi sacrifici economici, perché i trattamenti fatti sono, al 20 giugno, già più di quelli eseguiti nell’intera stagione 2007 (secondo la stima effettuata da Sata).
Di certo, se ad oggi si possono toccare con mano alcuni danni, non si possono ancora trarre conclusioni né sui quantitativi previsti, né sulla qualità attesa: i quantitativi potrebbero essere inferiori di almeno un 20% alle potenzialità della stagione nelle zone meno martoriate, mentre la qualità potrebbe godere ovunque di un significativo miglioramento, se l’estate sarà clemente, grazie al minor carico produttivo (sempre secondo la stima effettuata da Sata).
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