Chi si aspettava che dopo anni di annunci da parte di molti, la agognata “cabina di regia” per il vino italiano, prendesse una qualche forma, o almeno la delineasse, dovrà aspettare ancora: dalla riunione del “Tavolo Vino”, oggi, al Ministero delle Politiche Agricole, con la filiera riunita con il Ministro Teresa Bellanova, si sono confermate le buone intenzioni a procedere, la voglia dichiarata della filiera a trovare una sintesi, ma poco o nulla di più. Già qualcosa, sicuramente, ma l’auspicio di tutti è che, finalmente, si passi dalle parole ai fatti.
“Analisi e valutazione del settore e degli scenari degli scambi internazionali; stato di attuazione del Testo unico del vino; confronto per l’istituzione della cabina di regia del vino. Sono stati questi i temi in discussione nel corso dell’incontro con il settore vitivinicolo presieduto dalla Ministra Teresa Bellanova e conclusosi da pochi minuti al Ministero delle Politiche agricole”, spiega una nota ufficiale.
“Un settore così strategico e importante”, ha detto Bellanova introducendo i lavori, “ha bisogno di un luogo dove affrontare le criticità, valutare con attenzione le strategie di valorizzazione, maturare un confronto vero con tutte le parti interessate per un progetto complessivo di futuro del settore.Se il vino italiano costituisce uno dei nostri comparti di maggiore successo, sono altrettanto evidenti le problematiche che ne frenano l’enorme potenziale. Siamo stabilmente il primo produttore al mondo di vino: come facciamo a vincere anche la sfida del valore? Tanto è stato fatto, se penso soprattutto a quanto vino del Sud oggi parta per i mercati internazionali con bottiglie che portano il nome del territorio d’origine: come possiamo fare meglio? Come reagire al rischio dei dazi Usa? Il 30 incontrerò il Ministro americano dell’Agricoltura e ribadirò con forza la nostra posizione: il vino italiano non si tocca”.
Quanto alla cabina di regia: “ascolto, condivisione e partecipazione saranno parole chiave per trovare insieme le soluzioni più utili a risolvere i problemi e a dare maggiore slancio a questo settore strategico”, ha proseguito la Ministra Bellanova. “Per costituirla non sarà il Ministero a fissare da solo priorità e componenti. Lo decideremo insieme, perché voglio creare uno strumento utile. Semplificare è un dovere. Ma è facile a dirsi e difficile da praticare. Non voglio assumere impegni generici, chiedo a voi e poi a chi farà parte della cabina di regia di indicare quali adempimenti, quali circolari, quali decreti complicano la vita delle imprese. Li dobbiamo cambiare insieme”. E, ancora, sul Testo unico: “avere prodotto un solo testo di riferimento per il settore è un fatto importante. A distanza di 3 anni però mancano alcuni decreti attuativi. Ho chiesto un dossier dettagliato sul perché non siano stati ancora emanati. E su quelli fatti dovremo valutare l’efficacia delle scelte fatte, come prevede la stessa norma. Ecco perché ribadisco la necessità della cabina di regia, sarà il luogo ideale anche per questo lavoro”.
“Instabilità geopolitiche, guerre commerciali, dazi e Brexit hanno forti ripercussioni sulle esportazioni vinicole. È fondamentale avviare una vera e propria “cabina di regia” tra istituzioni e filiera del vino, luogo di confronto per avviare un prezioso gioco di squadra ed individuare opportune strategie per un settore che è ambasciatore nel mondo del made in Italy”, hanno detto dal canto loro le organizzazioni di filiera al tavolo (Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Assoenologi, CiaAgricoltori, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini, Unione Italiana Vini).
“Abbiamo apprezzato l’approccio pragmatico e la disponibilità espressa dalla Ministra Bellanova ad un confronto diretto e costruttivo - hanno aggiunto i rappresentanti della filiera - i produttori intendono essere al fianco delle istituzioni e da queste si aspettano un reciproco sostegno anche su tutta una serie di delicati temi da affrontare nei prossimi mesi, come la nuova politica agricola comune, la semplificazione degli adempimenti burocratici, l’evoluzione dei modelli di commercializzazione, l’attenzione alla sostenibilità, il vino come parte integrante della dieta mediterranea, il suo consumo responsabile e le nuove sfide legate all’etichettatura. Ci auguriamo - hanno continuato - che la cabina di regia possa essere operativa in tempi rapidi, con obiettivi chiari e scadenze definite, coinvolgendo i soggetti maggiormente rappresentativi delle imprese attive in vigna, in cantina e sui mercati”. “L’esortazione - hanno concluso i presidenti è di collaborare all’obiettivo comune della crescita in reputazione e valore dell’Italia del vino”. Oltre al messaggio congiunto, arrivano anche alcune “note a margine”. “Da oltre 3 anni dall’entrata in vigore del Testo Unico, non è più procrastinabile l’emanazione del Decreto recante le caratteristiche, le diciture, le modalità per la fabbricazione, l’uso, la distribuzione, il controllo ed il costo dei contrassegni per i vini a denominazione di origine controllata e garantita e per i vini a denominazione di origine controllata, nonché le caratteristiche e le modalità applicative dei sistemi di controllo e tracciabilità alternativi, ai sensi dell’art. 48, comma 9, della legge 12 dicembre 2016, n. 238”, fa presente Riccardo Ricci Curbastro, residente Federdoc, che aggiunge: “toccando anche il tema della sostenibilità, siamo nella condizione, grazie al lavoro svolto in questi anni dal Mipaaf, da Equalitas e dagli altri soggetti interessati, per essere il primo Paese Europeo ad avere un sistema di certificazione sulla sostenibilità vitivinicola”.
“Ai temi condivisi con la filiera ed alla esigenza che ci sia una forte corrispondenza fra il valore del vino italiano sul mercato e uno sviluppo continuo della filiera aggiungo due note specifiche”, ha detto il presidente del Gruppo Vini di Federvini, Piero Mastroberardino: “pur rispettando le prerogative assegnate alle autorità locali, in materia di piani paesaggistici e piani ambientali serve una linea di indirizzo condivisa a livello nazionale. Il settore vitivinicolo rappresenta un patrimonio nazionale e come tale deve essere trattato. Inoltre, occorre mettere meglio in rete tutti gli enti di ricerca: le aziende hanno bisogno di conoscenza, sono in grado di offrire conoscenza. Tutti insieme possiamo conseguire maggiori risultati”.
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