Un calendario con “i veli” per salvare l’etichetta del Tocai. È l’idea delle casalinghe friulane che per 18 anni si sono spogliate per mostrare la bellezza della normalità; ora si rivestono per difendere un simbolo della tavola friulana, il vino “Tocai” che rischia di essere cancellato a partire del prossimo 31 marzo. Nel calendario del 2007 posano indossando i costumi della tradizione regionale e si fanno riprendere mentre, in un vecchio casolare di Camino al Tagliamento (Udine), pigiano le ultime uve che potranno ancora essere chiamate “Tocai”.
Scatti che raccontano il vecchio rito della vendemmia: dal malizioso lavaggio dei piedi (maggio e giugno) al ballo della pigiatura (luglio), fino all' assaggio del mosto (settembre) e all'esplosione dei colori dei costumi e dell' uva (agosto). "Un modo singolare per affermare i valori e le tradizioni di un territorio che non vuol perdere il suo “vino simbolo” - spiega l’autore delle foto, Gianfranco Angelico Benvenuto - e che non accetta che nel tino entri uva Tocai e dopo la pigiatura esca solo un anonimo vino friulano senza storia, né blasone".
Lo stesso pensiero degli oltre duemila soci della cooperativa Friulvini di Zoppola di Pordenone (2.220 ettari di vigneti; 11 milioni di bottiglie, di cui circa un milione di “Tocai”) che hanno deciso di sostenere la realizzazione del calendario e che, nel caos di questi giorni, fra la morte annunciata del “Tocai” e la bocciatura del nuovo nome “Friulano” da parte del Tar del Lazio, hanno deciso di non correre il rischio di arrivare, fra qualche settimana, a mettere in bottiglia un “vino senza nome”, una sorta di “anonimo friulano”. Ma l’inventiva dei friulani non si ferma qui: è stata infatti presentata un’etichetta con la scritta "Vino bianco secco delle Terre Orientali Carnico Adriatiche Italiane" che, con un gioco linguistico degno del maestro Bartezzaghi, restituisce, leggendo le iniziali delle parole, il nome dell' amato Tocai.
E se il corso degli eventi porterà alla bocciatura definitiva del nome “Friulano”, il prototipo dell’etichetta è già pronto per “vestire” le bottiglie dell’ex Tocai, che saranno sarcasticamente spedite, come spiega il presidente di Friulvini, Rino Deotto, alla Corte di Lussemburgo, che ha vietato l' uso del nome Tocai, al Presidente della Repubblica Italiana, a quello del Consiglio, a quelli della Camera, del Senato, al Papa Benedetto XVI, al Ministro De Castro e al Presidente dell' Ungheria. “Non è possibile - conclude Deotto - cancellare a colpi di sentenza una parola che evoca tante tradizioni e valori di migliaia e migliaia di persone e di un intero territorio, proprio come ricordano le casalinghe del “nostro” calendario".
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