Con un indotto di 92 milioni di euro tra ristorazione, acquisto di prodotti, soggiorno e altro - secondo un’indagine di Trademark Italia per l’Osservatorio Turistico Regionale - la Food Valley dell’Emilia-Romagna è un territorio straordinario in cui il cibo non è solo nutrimento, ma cultura, identità e passione. Qui nascono alcune delle eccellenze gastronomiche per cui l’Italia è conosciuta in tutto il mondo, come Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e di Reggio Emilia, culatello, tagliatelle e tortellini. Al centro c’è il vino, simbolo di convivialità e legame profondo con la terra: dai Colli Piacentini al Lambrusco, dall’Albana al Pignoletto, i turisti possono degustare un buon calice insieme alle prelibatezze della cucina emiliano-romagnola, per rivivere l’esperienza degli affascinanti processi produttivi tramandati di generazione in generazione.
Il vino emiliano-romagnolo nasce in luoghi meravigliosi, lontani dai riflettori delle mete turistiche più affollate. È tra le colline silenziose, e tra i filari che seguono il ritmo delle stagioni, e nelle cantine che si custodisce un patrimonio fatto di sapori, storie e accoglienza sincera. Qui il turista non è un semplice visitatore, ma un ospite atteso, accolto con calore e coccolato con gesti autentici.
Spesso, queste vigne e cantine sorgono a pochi passi da città d’arte come Parma, Modena, Bologna o Ravenna, da ciclovie panoramiche che attraversano la campagna - basti pensare alla “Food Valley Bike”, una ciclovia dedicata proprio ai viaggiatori gourmet - da centri termali rigeneranti e da borghi antichi dove il tempo sembra essersi fermato. È questa vicinanza tra natura, cultura e benessere a rendere l’esperienza enoturistica in Emilia-Romagna così unica e completa.
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