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L’IDEA

Tra cucina, ospitalità e identità, arrivano le “Cesarine nel centro storico di Bologna”

Il progetto sostenuto dal Comune, prevede l’apertura di sette home restaurant in palazzi lungo i Portici della città, Patrimonio Unesco
BOLOGNA, CESARINE, COMUNE DI BOLOGNA, CUCINA ITALIANA, HOME COOKING, HOME RESTAURANT, PATRIMONIO UNESCO, PORTICI DI BOLOGNA, SHARING ECONOMY, TURISMO ENOGASTRONOMICO, Non Solo Vino
Arrivano le “Cesarine nel centro storico di Bologna”

Tutelare l’identità enogastronomica che spesso è messa a rischio dalla standardizzazione dell’offerta della “ristorazione dei taglieri”, che mira ad intercettare un turismo sempre più mordi e fuggi, di massa, è un obiettivo non semplice da raggiungere. Valorizzare un modello che non è solo racconto della cucina autentica, ma anche memoria e ospitalità, è uno degli scopi del progetto speciale “Cesarine nel centro storico di Bologna” che, presentato, ieri, nel Comune della capitale dell’Emilia Romagna, segna “l’inizio di un’iniziativa unica nel suo genere, prima in Italia, frutto della collaborazione tra pubblico e privato, che mira a valorizzare il patrimonio culturale e gastronomico del centro storico attraverso l’apertura di sette home restaurant gestiti da ambasciatori della cucina bolognese all’interno delle proprie abitazioni, in alcuni nei luoghi più iconici del centro storico”, hanno spiegato l’assessora all’Economia di Vicinato e Commercio Luisa Guidone, la direttrice del Settore Economia Pierina Martinelli, e il ceo Home Food Società Benefit Davide Maggi, alla presenza di tutte le Cesarine e i Cesarini coinvolti nel progetto.
“Il progetto nasce dalla volontà del Comune di Bologna di promuovere un modello di rigenerazione urbana rispettoso del patrimonio architettonico e culturale, in particolare in un contesto prezioso come quello del centro storico - spiega una nota - e degli amati Portici, Patrimonio Unesco. Al centro ci sono Cesarine e Cesarini, veri custodi della tradizione gastronomica locale, che apriranno occasionalmente le porte delle loro case per offrire esperienze culinarie autentiche. Cittadini e visitatori potranno, così, vivere un’esperienza unica nelle loro abitazioni, dove i sapori della tradizione racconteranno la vera anima di Bologna. Le attività previste includono corsi di cucina, pranzi e cene conviviali, degustazioni tematiche e momenti culturali condivisi, con una forte attenzione alla sostenibilità ambientale, all’inclusione sociale e alla valorizzazione delle filiere locali. L’iniziativa punta, infatti, a rafforzare il legame tra tradizione e innovazione, stimolando l’economia di prossimità e promuovendo un turismo esperienziale e responsabile”.
D’altronde, Cesarine.com, “la prima piattaforma italiana di food experiences”, è nata proprio sotto i portici di Bologna nel 2004 come progetto per preservare la cucina di casa e tramandare le ricette del passato. Oggi, sotto la guida del ceo Davide Maggi, spiega ancora la nota, è una società benefit, punto di riferimento nel settore del turismo enogastronomico, riconosciuta da Slow Food come unica comunità diffusa, con una rete di cuoche e cuochi di casa presenti in tutta Italia. Il format non si limita al cibo: è uno scambio culturale, un ponte tra generazioni, una finestra aperta sul vissuto quotidiano della città.
“Il progetto - sottolineano i promotori - rappresenta una best practice di sinergia pubblico-privato nell’ottica della sharing economy che contribuisce ad arricchire il tessuto commerciale con offerte non omologanti, per tutelare il patrimonio architettonico e ambientale, promuovere accessibilità, inclusione e sostenibilità”.
“Le Cesarine e i Cesarini rappresentano una risorsa preziosa per la promozione del nostro territorio: raccontano le nostre radici, la nostra identità e lo fanno con passione e qualità - ha detto l’assessora Guidone - e questo progetto coniuga sviluppo sostenibile, tutela culturale e imprenditorialità diffusa”. “Non si tratta solo di cibo, ma di memoria - ha concluso Davide Maggi - ospitalità e tradizione tramandata da generazioni. Con questa iniziativa Bologna si conferma capitale dell’enogastronomia e dell’accoglienza e apre la strada a un nuovo modello di turismo gastronomico sostenibile che potrebbe essere seguito anche da altre città italiane”.

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