Le difficoltà per il mondo della viticoltura arrivano, e ormai non è più una novità, anche dal cambiamento climatico. Fenomeni come, ad esempio, la peronospora sono in grado di attaccare le uve danneggiando la produzione, in particolar modo in regime biologico che, tra l’altro, ha dei costi di gestione più elevati. In Francia, già alle prese con un piano di salvataggio per uscire dalla crisi del settore, secondo il rapporto di Agence Bio, nel 2024, per il primo anno, le superfici vitate biologiche sono diminuite di 6.724 ettari (-4%). Anche la quota di superficie vitata biologica è diminuita, passando dal 22% del 2023 al 21% del 2024. La diminuzione delle superfici totali (biologiche e non biologiche) è di 11.997 ettari, pari al -2%.
Tre regioni rappresentano il 73% delle superfici vitate biologiche: Occitania (34% delle superfici), Provenza-Alpi-Costa Azzurra (21%) e Nuova Aquitania (18%). Queste regioni vitivinicole hanno visto le loro superfici vitate biologiche diminuire significativamente nel 2024, con un -13% in Nuova Aquitania e un -6% in Occitania, ma non in Provenza-Alpi-Costa Azzurra dove si è verificato un aumento del 4%. Nella metà settentrionale della Francia, la viticoltura biologica continua a crescere, anche se rimane marginale: +53% di superficie in Bretagna (100 ettari nel 2024), +26% in Normandia (39 ettari), +26% in Île-de-France (144 ettari) e +1,4% in Hauts-de-France (253 ettari). Le superfici vitate certificate continuano ad aumentare grazie alle numerose conversioni avvenute nel 2021 e nel 2022, ma queste sono diminuite drasticamente nel 2023 e nel 2024 anno in cui in Francia figurano 141.839 ettari di vigneti bio e 39.475 ettari in conversione. Eppure il numero di aziende con superficie vitata biologica è leggermente aumentato, passando da 12.022 a 12.075 (+0,3%). Nel dettaglio, le aziende con superfici maggiori (oltre 10 ettari) sono diminuite (-4%), mentre quelle più piccole hanno continuato ad aumentare (+8% per le superfici inferiori ad un ettaro). Le cause delle chiusure hanno riguardato principalmente le deconversioni (59%) e le cessazioni totali di attività (31%).
L’interesse dei consumatori, però, non manca. Perché se le vendite complessive di vino appaiono in calo, così non è per il vino biologico che in Francia nel 2024 ha registrato un +8% (tra i prodotti alimentari solo i legumi hanno fatto meglio) per un valore di poco sotto 1,5 miliardi di euro, di cui 586 milioni di euro arrivano con la vendita diretta e solo 202 milioni di euro (14%) dalla grande distribuzione. A livello complessivo, il mercato del biologico si attesta a 12,2 miliardi di euro in Francia, con un andamento ancora sbilanciato tra consumo domestico e consumo nei ristoranti: il 92% dei prodotti biologici viene consumato a casa, soltanto l’8% in mense o ristoranti. I prodotti biologici rappresentano il 5,6% degli acquisti alimentari francesi, una cifra in linea con l’anno precedente.
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