Chi non ha mai messo i fondi del caffè, una volta svuotata la moka, nei vasi dei fiori, alzi la mano. L’abbiamo fatto tutti, senza neanche sapere bene perché. Di certo - o almeno così vuole la tradizione popolare - i fondi di caffè sono un ottimo fertilizzante: ricchi di calcio, azoto, potassio, magnesio e altri minerali si rivelano un concimo perfetto anche per gli orti. E potrebbe non essere finita qui. Una cantina della Galizia, Bodegas Marqués de Vizhoja, ha infatti stretto una partnership con la Verdadero Café, altra azienda galiziana, per uno studio pionieristico sulla lotta alle malattie della vite attraverso soluzioni sostenibili. Tra queste, proprio i fondi di caffè, raccolti dalla Verdadero Café e consegnati alla cantina di Arbo (al confine con il Portogallo), in una logica di economia circolare, che poi li distribuisce sul terreno nella speranza che possano offrire risultati positivi contro malattie come il mal dell’esca, solitamente trattato con prodotti chimici.
Oltre ai fondi di caffè (da Bodegas Marqués de Vizhoja ne arrivano 900 chilogrammi ogni mese), nella lotta integrata alle malattie della vite l’azienda punta anche su altre due soluzioni sostenibili, come il fungo Trichoderma e l’applicazione di piccole dosi di ozono. La ricerca, iniziata già da un po’, durerà tre anni e si concentrerà su tre parcelle, piantate ad Albariño. “Il nostro team di ricerca punta a scoprire l’efficacia dei diversi metodi, per poi confrontarli con i trattamenti convenzionali ed arrivare, un domani, a sostituire le alternative chimiche con quelle sostenibili su tutto il nostro vigneto”, spiega al portale iberico “Vinetur” Javier Peláez, proprietario di Bodegas Marqués de Vizhoja. Ovviamente, saranno misurati anche gli effetti di questi trattamenti sulla compisizione del suolo e sulla produttività delle colture. La sperimentazione nei frutteti della vicina Arteixo, intanto, hanno già dimostrato che l’utilizzo in superficie dei fondi di caffè migliora le proprietà del suolo e funziona da fertilizzante naturale.
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