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TREND E CONSUMI - CAMBIANO LE ABITUDINI DEGLI ITALIANI. ADDIO CENA RISTORANTE, PER UNA SERA CON GLI AMICI MEGLIO LE MURA DI CASA

I tempi cambiano e anche le abitudini più borghesi: incontrarsi con gli amici al ristorante sta diventando un lusso per molti, e allora meglio le vecchie e care mura di casa per una cena conviviale e raffinata, specie se il gruppo di commensali è nutrito e il conto rischia di essere fin troppo salato. Ma il fattore denari non basta a spiegare questo nuovo trend, una voce - meglio una colpa - in capitolo la merita anche la ristorazione stessa, poco capace di offrire alla propria clientela un “look” gradevole, accompagnato da una buona cucina e da prezzi “digeribili”.

Il 95% dei ristoranti ha un look tradizionale, stanco, obsoleto. Non c’è nulla di nuovo. Non ci sono ristoranti a tema o che giochino sulla spettacolarità dell’arredo. Tranne rare eccezioni, non ci sono ristoranti “fashion”, dove si va per farsi vedere a vedere chi c’è. E dove la “location” è quella giusta, sfiziosa, creata dallo stilista o dal vip, è magari la cucina a difettare. Per molti italiani è davvero difficile trovare il giusto mix tra cibo, arredo, servizio e conto finale. E a tavola? I soliti spaghetti con le vongole, la solita bistecchina, gli arcinoti antipasti. Film spesso visti e rivisti da molte famiglie, anche le più ricche iniziano a snobbare i ristoranti, meglio la pizzeria, la trattoria, quelle sì che sono trendy e modaiole. Ma soprattutto meglio la casa di questo o quell’amico in cui essere accolti nel migliore dei modi e senza mancia finale.

Le proposte della ristorazione italiana sono scontate, vecchie nell'impostazione e nella gestione. Il difetto parte dai menù, dalla mancanza di invenzioni che snelliscano le operazioni di cucina. O di creatività nel proporre ingredienti che hanno bisogno di poca manipolazione. Misurarsi solo nei piatti tradizionali fa percepire la cucina di basso livello e il servizio ancora peggiore. La ristorazione è un business difficile che pochi sanno condurre in maniera imprenditoriale e oculata, capace di leggere i tempi e dettare nuovi trend. Altro che “nouvelle cuisine”. E poi come al solito i prezzi, solo e soltanto 2-3 fasce, ritagliate
per qualche ipotetica fascia di clienti benestanti, che per quanto ricchi e benestanti non amano comunque gettare via soldi per qualcosa che valutano di poco valore.

Non stupisce allora che nascano e facciano gola guide dedicate ai ristoranti per camionisti. Classe poca, ma anche poca spesa e soprattutto buon mangiare che fanno ugualmente chic.

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